Berlusconi: "Chi paga le ragazze per mentire?"
Caso Wikileaks, il Cav contrattacca e spiega: "Sono voci che arrivano da funzionari di quarto grado"
Arriva da Tripoli la risposta di Silvio Berlusconi a Julian Assange. Arriva proprio dalla patria di Muammar Gheddafi, e sono uno accanto all'altro due tra i leader più criticati nei dossier di Wikileaks. "Non guardo a quello che dicono funzionari di terzo o quarto grado", ha affermato il presidente del Consiglio italiano da Tripoli, dopo il summit Ue-Africa. Il riferimento è a Elizabeth Dibble, la numero due dell'ambasciata americana a Roma, secondo cui il Cavaliere è "incapace come leader europeo moderno". Berlusconi ha poi proseguito, durissimo: "Non frequento i 'wild parties' e non so cosa siano. Voglio fare un appunto: una volta al mese offro delle cene nelle mie case, dove tutto avviene in modo corretto, dignitoso ed elegante. Le cose che vengono dette fanno male all'immagine del nostro Paese". Quindi il Premier ha affermato: "Una ragazza che si dichiara prostituta di fronte al mondo si preclude tutte le strade per un lavoro futuro, per trovare un marito... E allora mi domando chi le ha pagate". IL CASO - C'è anche Silvio Berlusconi tra i "protagonisti" involontari della spiata Wikileaks. Gli agenti e i diplomatici americani si scambiavano opinioni, informazioni riservate e battute sul Cavaliere, le sue abitudini private e la sua attività politica, soprattutto in rapporto al collega russo Vladimir Putin. Più che imbarazzo o timore, però, il Premier ha letto con divertimento quanto pubblicato dai siti stranieri: secondo fonti a lui vicine, il leader Pdl si sarebbe fatto una risata. Con Vladimir - Dai documenti pubblicati da Wikileaks, il rapporto con Vladimir Putin appare intenso e di amicizia, con "regali generosi" e affari ricchissimi (soprattutto per i contratti di fornitura energetica e le trattative tra Eni e Gazprom). Ai diplomatici americani Berlusconi pare "il portavoce" dell'ex presidente russo in Europa. Secondo quanto riportato dal sito dell'inglese Guardian, l'incaricata d'affari americana a Roma Elizabeth Dibble avrebbe definito "inetto, vanitoso e incapace" (in inglese feckless, vain, and ineffective) e "inefficace come leader". Forse, aggiunge la Dibble, le sue "frequenti lunghe nottate e l'inclinazione ai party significano che non si riposa a sufficienza". Per lo spagnolo El Pais, le "feste selvagge" di Berlusconi non tranquillizzavano a sufficienza Washington. Il segretario di Stato Usa Hillary Clinton avrebbe chiesto qualche informazone sul Cavaliere e Putin, in particolare sui loro "investimenti personali". Putin, visto dagli americani, assomiglia a "Batman" mentre il suo delfino Medvedev non può essere che "Robin". Come conferma un altro cablogramma Usa, a Washington vedono Vladimir come l'"Alpha-dog", il capobranco o meglio maschio dominante. Le reazioni - Il più preoccupato dei politi italiani è il ministro degli Esteri Franco Frattini (che alcune carte pubblicate dipingevano come "frustrato dal doppiogioco della Turchia tra Europa e Iran"). Oggi è in Qatar e dovrà gestire e confrontarsi direttamente con le reazioni degli altri leader internazionali. Frattini teme "l'11 settembre della diplomazia" e forse non ha tutti i torti. C'è da ricostruire una rete di legami sfilacciati dalle indiscrezioni e "noi - assicura - faremo di tutti per aiutare i nostri amici americani". Berlusconi, invece, sarà in Libia per incontrare Gheddafi: difficile non immaginare repliche-show. Il Pd non perde tempo e ci prova: "Il premier si dimetta, i contenuti dei documenti resi noti confermano il livello di discredito a cui Berlusconi ha portato l'immagine dell'Italia nel Mondo".