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Approvata la riforma Gelmini, Cavaliere: "Noi il governo del fare"

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Il testo passa alla Camera dopo le barricate di Fli. Il ministro: "Era indispensabile". Come cambia l'università

Giulio Bucchi
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Chiusa la discussione finale alla Camera sulla riforma dell'università. L'Aula ha approvato il testo di Mariastella Gelmini. Il ddl ha ricevuto 307 sì, 252 no mentre 7 deputati si sono astenuti (566 presenti alla votazione). Ovvia la soddisfazione del ministro dell'Istruzione perché, spiega, "è uno dei fatti più importanti della legislatura. Spiace solo averlo fatto in un clima di tensione sociale. Ma la riforma era indispensabile e urgente". Secondo la Gelmini la riforma produce "cambiamenti importanti di cui il paese ha bisogno per valorizzare le sue eccellenze. Ho il massimo rispetto per chi protesta", ha proseguito,  "ma i toni utilizzati oggi sono stati eccessivi alla luce dei contenuti veri della riforma: sfido chiunque a trovare un solo articolo che non metta al centro gli studenti, la buona ricerca e la buona università. Chi oggi è sceso in piazza aveva il diritto di farlo, ma i disagi procurati ai cittadini sono stati ingenti e si sono corsi dei rischi. Avrei preferito approvare una riforma così importante in un clima più sereno". Poi la conclusione del ministro: "Il tempo è galantuomo, gli studenti capiranno che la riforma è a loro vantaggio". Colpo mortale a parentopoli - Per il premier Silvio Berlusconi "l'approvazione della riforma è un nuovo successo del governo del fare: è stato realizzato il sesto punto di programma del governo". La nota del Cavaliere prosegue affermando che il "sì" al testo "è la dimostrazione che l'esecutivo prosegue nella sua azione riformatrice, mantenendo gli impegni presi con gli italiani. Cultura, scuola e Università sono da sempre settori occupati dalla sinistra che oppone resistenza a ogni tentativo di scardinare rendite di posizione e privilegi. Questo governo è stato eletto per cambiare e riformare anche questi settori. Con la riforma", continua il Cavaliere, "si dà un colpo mortale a parentopoli. Non potranno infatti partecipare ai concorsi i parenti fino al quarto grado. I rettori non saranno più a vita, ma solo per sei anni. Le Università saranno costrette a non sprecare più le risorse pubbliche". Sereno anche Umberto Bossi: "E' un buon segnale. proviamo ad andare avanti. Ogni giorno può essere un giorno di riflessione per tutti", così il Senatùr. Astenuti in Fli - Al voto non hanno partecipato 8 deputati di Futuro e Libertà (Buonfiglio, Consolo, Cosenza, Lamorte, Lo Presti, Perina, Raisi e Siliquini). Mirko Tremaglia, invece, si è astenuto. Non hanno dato la fiducia al testo nemmeno alcuni deputati del gruppo misto che, nel pallottoliere in vista della fiducia al governo Berlusconi del 14 dicembre, vengono conteggiati come a sostegno della maggioranza: non hanno partecipato al voto infatti Massimo Calearo, ex Pd ed ex Api, Maurizio Grassano, Antonio Gaglione di Noi sud, gli ex Udc Michele Pisacane, Calogero Mannino e Pippo Gianni. Leggi come cambia l'Università. I punti chiave della riforma. Governo sotto nel pomeriggio, lo zampino di Fli- Ancora una volta Futuro e Libertà si è messa di traverso rispetto al cammino della riforma. Il Governo è infatti stato battuto due volte alla Camera. In mattinata è andato sotto sul voto di un emendamento firmato da Fabio Granata. Il testo riguarda l'articolo 19 e gli assegni di ricerca, e prevede che nell'ambito dell'assegnazione dei contributi la commissione in carica possa avvalersi di esperti esterni "senza oneri aggiuntivi" a carico dello Stato. La relatrice del Pdl Paola Frassinetti ha spiegato che si tratta di un emendamento «tecnico» che non incide sull'impianto della riforma. Nel pomeriggio esecutivo battuto nel voto di tre emendamenti identici di Fli, Api e Pd che prevedono la soppressione della "clausola di salvaguardia" inserita nella riforma dell'università. Dalle 19 la discussione alla Camera del testo firmato da Mariastella Gelmini. La diretta di Libero 20.14 - La riforma dell'università di Mariastella Gelmini è stata approvata alla Camera: 307 sì, 252 no, 7 asteuti. La palla ora passa al Senato per la definitiva approvazione. 20.13 - Si vota 20.12 - Giuseppe Fioroni (Pd) vuole però rispondere a Cicchitto, secondo il quale la scuola "l'ha sfasciata il Pd". Intervento subito interrotto. 20.10 - Con l'intervento dell'onorevole Paola Frassinetti (Pdl) si chiude la discussione alla Camera sulle intenzioni di voto. 20.07 - Per Cicchitto l'unico metro utilizzato dalla sinistra per giudicare una riforma è "quanti precari trovano un impiego nella Pubblica Amministrazione". Secondo il deputato Pdl, il Pd "si troverà con un pugno di mosche in mano". La causa, "una protesta dominata dall'estremismo e dal massimalismo". Il rischio, "quello di innescare una spirale di violenza". 20.02 - Prende la parola Fabrizio Cicchitto. O quantomeno ci prova. Il clima in Aula si scalda. 20.01 - Conclusione di Franceschini: "L'arroganza con cui avete portato avanti questa riforma sarà il vostro ultimo atto di debolezza". 19.56 - Per Franceschini l'esecutivo "ha molto da imparare dai ragazzi italiani" che hanno protestato. Il Partito Democratico comincia la campagna elettorale e, annuncia Franceschini, "farà diventare centrale l'università nella manifestazione dell'11 dicembre". 19.52 - E' il turno del democratico Dario Franceschini. Il presidente del gruppo Pd alla Camera riduce la riforma a "un elenco di taglie". Poi si scalda. 19.46 - La parola a Giovanni Reguzzoni, Lega Nord.  "Ci sono 800 milioni per il fondo ordinario, 100 milioni per borse di studio e per gli incentivi fiscali e oltre 30 milioni di euro per le università non statali. Inoltre, la promessa del ministro di assumere dei precari, in questi tempi, non è poco. Ma quello che ci piace di più è che si introduce un metodo di valutazione per i professori". Stoccata a Bersani e alle scappatelle sui tetti: "Il clima incandescente lo avete voluto voi". Poi blackout del microfono. 19.44 - La capitanio conclude: "Voteremo contro". 19.38 - Per Luisa Capitanio, dell'Udc, "la riforma resterà sulla carta". Tra poco lo scopriremo. 19.35 - Dopo la carota, il bastone. Della Vedova parla di "un premier debole" e di una riforma, quella dell'università, "che brilla soltanto grazie all'assenza di altre". Per il futurista "il governo deve ritrovare credibilità". 19.32 - Per della Vedova "Fli ha contribuito a migliorare significativamente la riforma. Abbiamo fatto tutto questo anche se il governo non ha più la nostra fiducia". Poi definisce l'esecutivo "ex maggioranza". 19.28 - Parla Benedetto della Vedova, di Fli. "Futuro e libertà voterà a favore della legge perché ne condivide l'obiettivo di fondo: rinnovare l'università italiana introducendo criteri di merito nella gestione delle risorse". 19.25 - Parla Antonio Di Pietro. Va in scena il consueto attacco al governo e a Tremonti, a cui viene lasciato il "compito imperativo di tagliare, tagliare e tagliare". Di Pietro definisce "inutile" la riforma. L'Aula rumoreggia. Ovvio il voto contrario dell'Idv. 19.18 - Alleanza per l'Italia, il gruppo guidato da Francesco Rutelli, si asterrà sul voto finale del ddl Gelmini

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