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Sandri, Spaccarotella: 9 anni e 4 mesi. Omicidio volontario

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Sentenza d'appello per morte del tifoso Lazio. Padre: "Orgoglioso di essere italiano"

Andrea Tempestini
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Condanna a 9 anni e 4 mesi per omicidio volontario. E' questa la sentenza d'Appello per l'agente di polizia Luigi Spaccarotella, ritenuto colpevole dell'omicidio di Gabriele Sandri, il tifoso della Lazio ucciso da un colpo di pistola nell'area di servizio della A1 di Badia al Pino (Arezzo), l'11 novembre 2007. A Firenze era iniziato in mattinata il processo d'Appello, mentre il primo grado si era concluso il 14 luglio 2009 con una condanna a sei anni per omicidio colposo. L'agente di polizia, che questa mattina non si è presentato in aula. Il Pg Aldo Giubilaro, in mattinata, aveva alzato la richiesta di condanna a 14 anni di reclusione. Era stato il Procuratore aggiunto a chiedere una condanna per omicidio volontario con dolo eventuale e con le attenuanti generiche, con il cambio di imputazione rispetto al primo grado. La sentenza è arrivata intorno alle 17:30. I giudici si erano chiusi in camera di consiglio pochi minuti dopo le 14:30. Il commento di Spaccarotella - E' l'avvocato "Sono affranto ma continuo a sperare": sarebbero queste, secondo quanto riferito dall'avvocato difensore Federico Bagattini, le prime parole dell'agente Luigi Spaccarotella (assente in aula al momento della sentenza) apprendendo la notizia della sua condanna. Il legale, annunciando la sua intenzione di ricorrere in Cassazione, ha affermato: "Adesso leggeremo le motivazioni poi faremo sicuramente ricorso". In precedenza la difesa aveva dichiarato:  "Crediamo che la sentenza di primo grado abbia costituito il punto fermo per l'esclusione dell'omicidio volontario e vogliamo andare avanti sotto il profilo della riduzione della pena, valorizzando la deviazione del proiettile a causa della recinzione metallica" che ha influito "in modo importante, il che certifica la non volontarietà dell'atto e addirittura l'incidentalità non solo della morte ma anche dell'atto, dello sparo", aveva spiegato sempre l'avvocato Federico Bagattini. Il padre e il fratello di Gabriele - "E' una giustizia che era dovuta. A differenza di quanto ho detto dopo il primo grado, la decisione dei giudici di oggi mi fa sentire orgoglioso di essere italiano". Così Giorgio Sandri, il padre di "Gabbo", a caldo dopo la sentenza. "Ci aspettiamo che venga ristabilita la verità dei fatti: non omicidio colposo, ma volontario", aveva detto Cristiano Sandri, fratello di Gabriele. "Riconscere il dolo eventuale non è facile, ma secondo noi e secondo la procura l'omicidio di mio fratello è un caso di scuola di omicidio volontario con dolo eventuale", aveva aggiunto il fratello, precisando che la differenza di pena fra il volontario per dolo eventuale e il colposo con colpa cosciente è sostanziale e che "la pena va commisurata alla gravità del fatto". Gli amici - "È un omaggio a Gabriele, glielo dovevamo", ha detto uno dei suoi amici. "Abbiamo accolto con grande soddisfazione la nuova sentenza che ribalta quella precedente",  ha aggiunto un altro ragazzo che conosceva Sandri. Soddisfatta la Polverini - "Anche se non credo riscatti dal dolore è una sentenza forte, ciò che ci aspettavamo". E' quanto ha affermato la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, a margine dell'incontro in Senato con i gruppi parlamentari che discutevano di manovra e federalismo. Il nuovo capitolo giudiziario del caso Sandri potrebbe continuare e sulla questione Polverini ha sottolineato: "Sinceramente non lo so, ciascuno farà i suoi passi però mi pare che questa sentenza era quella che la famiglia si aspettava". Così Alemanno - "La decisione della Corte d'Assise d'Appello di Firenze di riconoscere il reato di omicidio volontario per la morte di Gabriele Sandri è una sentenza dolorosa ma che rende giustizia alla famiglia e a tutti coloro che confidano nella legge. Oggi cambia qualcosa in profondità nel rapporto che c'è fra i ragazzi che vanno allo stadio e il mondo della giustizia e soprattutto viene sottolineato che a nessuno è consentito stroncare una vita umana con atti indegni del proprio ruolo". Lo ha dichiarato in una nota il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

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