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Yara, Fikri scarcerato: ora chiede i danni

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Caso Gambirasio, rilasciato il marocchino: "Mai visto la piccola". Continuano le ricerche

Giulio Bucchi
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"Non ho mai visto Yara": così il marocchino Mohamed Fikri, indagato per la scomparsa della 13enne Yara Gambirasio, si è difeso davanti agli inquirenti durante l'udienza di convalida della scarcerazione, decisa dal gip di Bergamo Vincenza Marcora. "Non la conosco e l'ho vista solo nella fotografia mostratami dai carabinieri in occasione del provvedimento di fermo".  Fikri è così tornato in libertà dopo che nell'interrogatorio di lunedì era stata la stessa accusa a fare un passo indietro e, di fronte ad una intercettazione mal tradotta (sette i periti consultati dalla procura), a chiedere che il 22enne fosse rimesso in libertà. A difendere Fikri è anche il suo datore di lavoro, Roberto Benozzo: "Nel momento in cui Yara è scomparsa Mohammed era con me in cantiere. Su di lui non ho certo sospetti, lo conosco da quattro anni". Come riporta il Mattino di Padova, anche la sorella dell'imprenditore Patrizia Benozzo, conferma: "Mohammed non stava scappando, aveva già prenotato il viaggio in Marocco da tempo". Prova sollievo Laura Puppato, l'ex sindaco di Montebelluna, la cittadina del Trevigiano dove Flikri si era trasferito: "Un grande senso di liberazione" per la probabile estraneità del marocchino nella vicenda della sparizione di Yara. "È stata una giornata allucinante - ha aggiunto Puppato, capogruppo del Pd in Regione Veneto -. Per fortuna c'è un dio". Risarcimento - Ora i legali del marocchino attaccano e valutano la richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione. A quanto si è saputo, sarebbe stato chiarito anche un altro elemento a carico dell'immigrato e che ha portato al suo fermo. Secondo le dichiarazioni di Fikri, l'immigrato aveva buttato via la scheda del telefono cellulare della sua fidanzata perché la ragazza riceveva delle attenzioni moleste. Rimangono comunque tre le ipotesi di reato contestate all'uomo: "L'aver cagionato la morte di Gambirasio Yara", in un "luogo imprecisato il 26 novembre 2010", l'averne occultato il cadavere perché "dopo averla uccisa, distruggeva, sopprimeva o comunque occultava il cadavere. Con l'aggravante di aver commesso il fatto per occultare il reato di omicidio poco prima commesso e assicurarsi l'impunità". Infine, il sequestro di persona "per aver privato Gambirasio Yara della libertà personale". Ricerche febbrili - Proseguono intanto le febbrili ricerche per ritrovare Yara, sparita da Brembate Sopra, nel Bergamasco, lo scorso 26 novembre. E' ripresa tra pioggia e freddo la perlustrazione nell'invaso nei pressi del cantiere del centro commerciale in costruzione tra i Comuni di Brembate, Mapello e Ponte San Pietro: i Vigili del fuoco lo stanno svuotando dall'acqua da ieri pomeriggio, ma serviranno ancora delle ore affinché le idrovore pompino tutta l'acqua. Proprio in quel cantiere si erano perse le tracce fiutate dai cani da ricerca. E lì lavorava come operaio il 22enne marocchino Mohamed Fikri, arrestato domenica con un blitz sulla nave che lo stava portando da Sanremo a Tangeri, in Marocco.

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