Silvio si mette al lavoro: prima fiducia, poi Udc
La conta di Berlusconi: il sorpasso c'è, ma si cerca un'alleanza più ampia coi centristi. "Non possiamo dare il paese a politicanti e opportunisti. In pochi crederanno ai pifferai"
"L'intento che abbiamo è quello di portare a termine la legislatura, tenendo i conti in ordine come abbiamo fatto sinora e senza mettere mai, mai, le mani nelle tasche dei contribuenti". Silvio Berlusconi lo proclama in un audiomessaggio diffuso sul sito dei Promotori della libertà, e più che una speranza pare una tabella di marcia. La conta in Parlamento verso la fiducia del 14 dicembre ha portato sì in dote il "sorpasso" a finiani, terzopolisti e pd, 314 a 311, e forse pure un margine un po' più ampio (il premier ha minacciato: "Chi non vota la fiducia non farà più parte del Pdl"), ma non basta. Serve una maggioranza più ampia, più solida. E' la richiesta delle agenzie internazionali di rating ("Hanno confermato più volte la fiducia nell'Italia e nei nostri titoli di Stato, ma hanno posto una condizione precisa: che si mantenga la stabilità di governo") e quella del Cavaliere. La condizione più praticabile, per ora, non è un ritorno all'ovile dei "traditori del mandato" (così li ha definiti Berlusconi) del Fli, ma un governo aperto all'Udc di Casini dopo il voto di martedì. C'è in cantiere la riforma della giustizia ("E' pronta, la approveremo nel primo Consiglio dei ministri dopo il voto del 14 dicembre", confida il leader Pdl) ed evitare che l'Italia diventi "un possibile bersaglio della speculazione internazionale". Senza accordo parlamentare, Berlusconi è pronto a tornare alle urne come estrema risorsa. Oggi nelle piazze italiane andranno in scena i gazebo del Pdl. Il Cavaliere vuole una dimostrazione concreta di vicinanza al governo. "Saranno pochi - ha avvertito - coloro che crederanno ai pifferai del terzo polo. Dico fin da ora grazie ai milioni di firme contro il tradimento". In mattinata, Berlusconi ha lasciato Roma ed è atterrato a Milano per partecipare agli eventi del Pdl. "Avvistato" al gazebo di via Torino, a due passi da piazza Duomo, accompagnato dal ministro Michela Vittoria Brambilla. NESSUNA ALTERNATIVA - Le alternative, per il Cav, non ci sono: "Possiamo fidarci di una sinistra e di questi suoi nuovi alleati, che vogliono spalancare le frontiere agli immigrati clandestini e dare loro il diritto di voto in pochi anni, per cambiare così il peso dei moderati che sono oggi la maggioranza del Paese?". E ancora: "Dobbiamo accettare di consegnare le redini del governo a una ammucchiata di vecchi comprimari del vecchio, vecchio teatrino della politica, a dei politicanti che fanno politica da quasi 40 anni, che sono sempre stati figure di secondo piano nei vecchi partiti e che non hanno mai, mai dimostrato di sapere fare qualcosa di buono e di utile per il nostro Paese, affidarsi a questo carrozzone carico di politicanti e di opportunisti?". La verità, secondo Berlusconi, è che quel che unisce sinistra e finiani è una sola cosa: "liberarsi di me, loro ostacolo insuperabile per la conquista del potere".