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Yara, si indaga tra gli ex colleghi del padre e in Svizzera

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La famiglia scettica sulla ritorsione, ricerche in Canton Ticino e nel Comasco. La ragazzina ripresa dal satellite

Cristina Dei Poli
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Il destino di Yara Gambirasio potrebbe essere legato a ritorsioni rivolte al padre. Nel primo pomeriggio di oggi sono continuati gli accertamenti della polizia sugli ambienti legati al lavoro per del padre della ragazza. Gli agenti hanno chiesto al Gico della Guardia di Finanza informazioni sui due fratelli arrestati a metà ottobre, proprietari di una grossa azienda di pavimentazioni - con sede a Ponte San Pietro - che sta lavorando tra l'altro al cantiere del centro commerciale di Mapello. I due (uno dei quali residente proprio a Brembate Sopra) sono in carcere da sei mesi per riciclaggio legato al narcotraffico internazionale del loro padre, a sua volta in prigione. I due imprenditori hanno avuto a che fare con la "Gamba Coperture" di Brembate Sopra, per la quale lavora Fulvio Gambirasio. E forse per problemi di qualche tipo maturati sul lavoro potrebbe essere nato un sequestro per ritorsione. Nel passato di Fulvio Gambirarsio c'è infatti, la testimonianza in un processo contro un narcotrafficante di Brembate di Sopra, Pasquale Locatelli, con il quale l'uomo avrebbe collaborato in passato nel campo dell'edilizia. Ma Maura, la madre della promessa della ginnastica ritmica, è però scettica a riguardo dell'ipotesi di ritorsioni nei confronti del marito. L'IMMAGINE - C'è un'immagine di Yara Gambirasio prima della sua sparizione. Gli investigatori hanno reso noto che prenderanno in esame alcuni fotogrammi forniti dalle riprese satellitari, riferite ai momenti immediatamente precedenti alla scomparsa della 13enne sparita nel nulla 18 giorni fa a Brembate di Sopra, nel Bergamasco.  IN SVIZZERA - Un'altra ipotesi riguarda un possibile  sequestro di persona. Gli agenti stanno facendo ricerche in Canton Ticino e nel Comasco. Intanto vengono sottoposte ad analisi le immagini dei satelliti che la sera della scomparsa si trovavano sulla zona di Brembate Sopra, le 15.000 telefonate fatte in paese al momento della scomparsa e le immagini delle telecamere lungo tutta la rete autostradale. IL SEQUESTRO - Si segue però anche la pista del sequestro di persona e questa porterebbe in Svizzera. Al momento però la maggior parte degli indizi si limitano alle 15.000 telefonate agganciate alle celle di Brembate e Mapello tra le 18.30 e le 19 del 26 novembre scorso, quando la ragazzina è sparita. Il lavoro degli investigatori, di Carabinieri e Polizia, continua ostinatamente l'analisi del traffico telefonico delle celle dei paesi intorno a Brembate per verificare la presenza di persone sospette in zona nelle ore in cui Yara è scomparsa. Parallelamente proseguono le ricerche della ragazza, che oggi si sono concentrate in alcuni paesi della cosiddetta Isola bergamasca e ad Almenno San Salvatore. Altre squadre di carabinieri stanno effettuando delle battute di ricerca anche nella zona di Madone. IL TESTIMONE - Prosegue pure la ricerca di riscontri al racconto di Enrico Tironi, vicino di casa di Yara 19enne che quel giorno l'avrebbe vista in compagnia di due uomini nella via in cui entrambi abitano, vicino agli uomini c'era una Citroen rossa con la carrozzeria graffiata. ATTI DI SOLIDARIETA' - Com'è normale, un dramma come quello di Yara ha toccato molto da vicino bambini e ragazzi, che stanno organizzando diverse iniziative nel nome della giovane scomparsa da oltre due settimane. Yara torna presto". Si tratta di un "Appello a chi tiene con sé Yara" e vi si legge: "desideriamo tanto che ritorni dalla sua famiglia. Faccia questa importante opera di misericordia e restituisca Yara alla sua famiglia".

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