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La Corea del Nord minaccia una guerra nucleare

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L'ultimo residuo dell'orbita sovietica vomita rancore. "Scontro in Asia, è solo questione di tempo"

Andrea Tempestini
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Malgrado gli sforzi diplomatici per stemperare la tensione scatenata dall'attacco nord-coreano a sorpresa del 23 novembre scorso contro l'isolotto sud-coreano di Yeonpyeong, il regime di Pyongyang è tornato a minacciare le democrazie, avvertendo che un'eventuale nuova guerra con il Sud non potrà che essere di tipo nucleare. Il Caro Leader, quindi, non esclude il ricorso ad armi atomiche. Non solo: sul sito on-line Uriminzokkiri, organo ufficiale governativo nell'ultimo residuo mondiale figlio dell'Urss, si sottolinea come in realtà, per vedere un altro conflitto nella penisola asiatica, sia soltanto questione di tempo. LO SPAVENTOSO AVVERTIMENTO - "A causa della sconsiderata politica bellica dei sud-coreani, non si tratta di guerra o pace nella regione coreana, ma di quando scoppierà la guerra", è lo spaventoso avvertimento. "E se scoppierà", continua la minaccia, "condurrà al confronto nucleare, e non sarà circoscritta alla penisola coreana". Su uno dei quotidiani ufficiali più importanti della Corea del Nord, Rodong Sinmun, la regione è descritta come "il luogo più pericoloso del mondo". Il fatto "è interamente imputabile alla prosecuzione della politica americana di aggressione contro la Repubblica Democratica Popolare di Corea (il nome ufficiale del Paese che malcela una palese falsità, ndr)", accusa il giornale. Nell'editoriale si torna poi a invocatre un formale trattato di pace con Washington e il ritiro dalla Corea del Sud dei 28.500 militari statunitensi attualmente impegnati sul territorio. TRATTATIVE DIPLOMATICHE - L'ennesima sortita intimidatoria del Nord è arrivata malgrado l'attuale presenza a Pyongyang, in visita privata, del mediatore statunitense Bill Richardson, governatore democratico del New Mexico, in spedizione per cercare spiragli per una riapertura del dialogo. Nella giornata di venerdì il negoziatore americano nei cosiddetti "colloqui a sei" sul programma nucleare nord-coreano, Sung Kim, incontrerà a Seul l'omologo sud-coreano Wi Sung-lac.

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