Caso Meredith, sì a nuove perizie su reggiseno e coltello
I giudici accolgono le richieste dei difensori di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, che si commuovono
La Corte d'Assase d'Appello del Tribunale penale di Perugia ha disposto nuove perizie sul gancetto del reggiseno di Meredith Kercher, lì dove fu isolato il dna di Raffaele Sollecito, e sul coltello rinvenuto sul luogo del delitto, dove invece vennero ritrovati i dna di Meredith e di Amanda Knox. I periti della Corte d'Assise d'Appello, dunque, dovranno verificare preliminarmente se è possibile compiere ancora delle analisi, in caso contrario dovranno verificare le operazioni già svolte da altri esperti. I giudici, inoltre, hanno concesso la possibilità di ascoltare altri testimoni, come richiesto dalla difesa di Sollecito. In particolare, questi testi sarebbero preziosi per i legali del giovane pugliese in quanto smentirebbero il racconto del testimone, nel processo di primo grado, che affermò di aver visto Amanda e Raffaele insieme, la sera del delitto, nei pressi dell'abitazione dove venne uccisa la studentessa americana. I giudici si sono invecen riservati sull'eventuale ascolto come testimoni di Mario Alessi e Luciano Aviello, rispettivamente assassino del piccolo Tommaso Onofri (nonché ex compagno di carcere di Rudy guede) e camorrista pentito (che dice di sapere chi è il vero killer della ragazza). Alla notizia della decisione della Corte, Amanda e Raffaele hanno iniziato a piangere: i due si sono sempre dichiarati innocenti. Secondo Giulia Bongiorno, avvocato difensore di Sollecito, ha commentato: "Siamo di fronte ad una svolta processuale. Una svolta che la difesa da anni sta invocando e quindi ben vengano i nuovi accertamenti perchè finalmente verrà alla luce che la verità non è quella cristallizzata nella sentenza di primo grado". Edda Mellas, madre di Amanda, ha dichiarato: "Questo è il primo giorno felice dopo tanto tempo". L'udienza è stata rinviata al 15 gennaio prossimo per l'affidamento dell'incarico agli esperti, che saranno Stefano Conti e Carla Vecchiotti dell'Università La Sapienza di Roma.