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Prestigiacomo: "Addio al Pdl, non al governo"

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Ministro Ambiente vota mozione col Pd e perde. Contestata, sbotta in lacrime: "Lascio il partito". Fiducia da Palazzo Chigi / SONDAGGIO

Giulio Bucchi
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Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo rompe con il Pdl. Alla Camera il ministro vota diversamente dalla maggioranza, a favore della mozione del Pd sulla sospensione dell'esame del testo sulla libera imprenditorialità ed il sostegno del reddito. La maggioranza vince per soli tre voti e alla Prestigiacomo, visibilmente contrariata, arrivano immediati i cori "Dimissioni dimissioni" dai banchi dei suoi compagni di partito. A fine seduta, la Prestigiacomo ha commentato tra le lacrime: "Lascio il Pdl, ma resto nel governo". LO SCONTRO - Nella tarda mattinata l'Aula deve esaminare l'articolo 5 della proposta di legge sul'imprenditorialità ed il sostegno al reddito, che contiene "disposizioni in materia ambientale". L'articolo in via transitoria esonera le imprese costituite da disoccupati e cassintegrati dagli obblighi previsti in materia di comunicazione e catasto dei rifiuti, di registro di carico e scarico dei rifiuti e di iscrizione all'Albo nazionale dei gestori ambientali. Sulla norma la Prestigiacomo aveva chiesto di soprassedere, aggiungendo che il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi si era impegnato a presentare parere contrario sull'articolo 5. La richiesta di rinvio in Commissione avanzata dal Pd è passata per soli tre voti. A quel punto, Prestigiacomo ha preso le sue carte ed ha abbandonato l'Aula. LA PRESTIGIACOMO A PALAZZO CHIGI - Il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, poco dopo le 19.30 di mercoledì sera è giunta a Palazzo Chigi, dove è presente il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Poco dopo è arrivato alla sede del governo anche il capogruoppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. Il premier, Silvio Berlusconi, nel momento in cui era iniziato l'incontro, si trovava nella sua residenza romana di Palazzo Grazioli. La Prestigiacomo ha poi incontrato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti: un ulteriore summit per confermare alla ministra la fiducia dell'esecutivo LE REAZIONI - Per l'opposizione la rottura tra Pdl e Prestigiacomo è il "simbolo del degrado della maggioranza", come sottolinea il capogruppo del Pd Dario Franceschini. "Il 14 dicembre il governo ha salvato la pelle, ma non le prospettive", ha commentato il segretario del Pd Pierluigi Bersani. Perplesso Luca Volontè (Udc): "Prima salviamo il ministro Calderoli con un voto di astensione responsabile, poi la maggioranza vota contro il parere del ministro Prestigiacomo, sfiduciandola politicamente. Non sappiamo più cosa fare". E il segretario Pierferdinando Casini aggiunge: "Ha poco senso appellarsi all'opposizione responsabile se poi all'interno del governo non riescono a trovare un'intesa. Invito il governo ad avere le idee chiare quando porta i provvedimenti in aula". Per l'Italia dei Valori, però, il voto nasconde una strategia politica: "L'Udc ormai ha gettato la maschera: è uscito dall'opposizione e si è candidato ad entrare nel governo, tentando di cacciare il ministro Prestigiacomo". Nel centrodestra, invece, Fli punta il dito contro il gruppo di Responsabilità Nazionale di Moffa, che ha votato a favore della mozione del Pd: "Abbiamo assistito - attacca Aldo Di Biagio - ad un colpo basso al governo da parte della stessa. Mi chiedo se ciò rientri nel concetto di responsabilità del presidente della commissione Lavoro". Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, difende il voto della maggioranza: "Sono assai spiacente per ciò che ha dichiarato il ministro Prestigiacomo, ma ho il dovere in primo luogo di ascoltare i parlamentari del gruppo che hanno lavorato per lungo tempo a questo provvedimento senza che fosse venuta nessuna indicazione diversa da parte del ministro". "Questo provvedimento - ha aggiunto - va incontro alle esigenze delle piccole imprese. Si è registrato un largo schieramento favorevole che è andato al di là della maggioranza avendo avuto il consenso dell'Udc e del Fli".

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