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Berlusconi: "Basta odio, Difendiamo libertà fede"

Il premier sull'attentato ai cristiani in Egitto: "Il governo proteggerà le scelte religiose di tutti"

Andrea Tempestini
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"Una pacifica assemblea di cristiani è stata il bersaglio di un attentato perpetrato da terroristi in odio all'umanità e in dispregio dell'elementare diritto alla libertà religiosa. L'immagine del volto di Cristo imbrattato di sangue innocente sulla parete della chiesa copta di Alessandria d'Egitto non può lasciare indifferente chi ha responsabilità di governo". Così il premier Silvio Berlusconi, in una giornata segnata da nuove tensioni nella città egiaizana, è tornato a parlare dell'atroce attentato subito dalla comunità cristiana sabato 1° gennaio. "DIFENDERE LIBERTA' RELIGIOSA" - "Tutti devono fare la loro parte per contrastare queste inaccettabili manifestazioni di intolleranza", ha continuato il Cavaliere, affidando il suo pensiero ad una nota. "Il nostro governo intende proseguire con la massima determinazione l'azione per difendere la libertà religiosa di tutte le fedi e in particolare delle comunità cristiane, in qualunque parte del mondo", ha concluso il Presidente del Consiglio. TELEFONATA CON MUBARAK - Il premier Silvio Berlusconi ha ricevuto lunedì 3 genaio una telefonata dal presidente egiziano Mubarak, che "si è voluto complimentare con il presidente del Consiglio per il recente voto di fiducia parlamentare e formulargli i suoi migliori auguri per   il nuovo anno". Nel ringraziare Mubarak, continuava la nota di palazzo Chigi, Berlusconi ha espresso, "a nome suo e del governo italiano, il più profondo cordoglio per le vittime del sanguinoso attentato terroristico di Alessandria d'Egitto". I due presidenti "hanno colto l'occasione per ribadire le fortissime relazioni esistenti fra i due Paesi e si sono dati appuntamento al prossimo vertice bilaterale italo-egiziano in programma a Luxor nel mese di febbraio". IL NUNZIO APOSTOLICO IN EGITTO - Le affermazioni del premier hanno seguito quelle di monsignor Micheal Louis Fitzgerald, nunzio apostolico in Egitto, secondo il quale "i cristiani non si sentono abbastanza protetti, ma si comprendono pure le difficoltà a prevenire gli atti di terrorismo". Per Fitzgerald, "questo momento richiede e tutti la preghiera per la pace, e di non mettersi gli uni contro gli altri, ma di lavorare per l'unità nazionale. Fra sette giorni", ha concluso in nunzio, "i copti ortodossi celebreranno il Natale. Auguro che questa comunità cristiana possa celebrare la festività nella tranquillità, nella pace e nella gioia".

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