Battisti,"stop all'accordo tra Italia e Brasile"
La relatrice Nirenstein (Pdl) annuncia il possibile congelamento dopo il "no" di Lula all'estrazione. Frattini: "Dovere morale riportarlo in Italia"
La ferita della mancata estradizione di Cesare Battisti continua a bruciare. Così l'ufficio di presidenza della Commissione Esteri della Camera dei Deputati ha chiesto, in Aula, un "congelamento" del disegno di legge di ratifica dell'accordo Italia-Brasile. RINVIO PER UNA "PAUSA DI RIFLESSIONE" - Il ddl interviene in materia di cooperazione nel settore della difesa. E', questa, una misura richiesta dopo il no dell'ex presidente brasiliano Lula all'estradizione del terrorista Cesare Battisti. La richiesta di Montecitorio viene riportata all'assemblea dalla deputata e relatrice del Pdl Fiamma Nirenstein, che spiega che l'ufficio di presidenza della Commissione Esteri ha chiesto un "rinvio in commissione per una pausa di riflessione" che porti all'esame dell'accordo "in un clima diverso, più disteso e senza strumentalizzazione". La relatrice spera inoltre che "tutti i gruppi parlamentari siano uniti" e si dice certa che nella Conferenza dei capigruppo, prevista per la mattinata di martedì, "tutte le forze politiche dimostreranno coesione". GOVERNO FAVOREVOLE AL RINVIO - Il Governo ha espresso il proprio parere favorevole tramite il sottosegretario agli Esteri Vincenzo Scotti, secondo cui "noi non cancelliamo l'accordo, soltanto rinviamo la ratifica ad un momento successivo e ci aspettiamo segnali positivi che incoraggino questa buona volontà da parte del governo italiano". Scotti ha inoltre sottolineato l'intenzione di tenere "ben distinti i due piani, quello che riguarda l'insieme delle relazioni politiche, economiche, sociali, culturali con il Brasile e la vicenda Battisti". Il Governo, conclude Scotti, "sta espedendo ogni tentativo sul piano giudiziale perchè il Trattato di estradizione venga applicato come è. La concessione dell'estradizione spetta all'autorità giudiziaria, non spetta all'autorità politica-esecutiva". FRATTINI: "DOVERE MORALE RIPORTARLO IN ITALIA" - Intervenendo a "Mattino Cinque", il ministro degli Esteri Franco Frattini ha detto che la battaglia per riportare Battisti in Italia non si ferma: "E' una questione di giustizia fondamentale che tocca vittime innocenti, e, in secondo luogo, è un dovere morale - ha detto - E' necessario procedere per evitare che il caso di Battisti sia solo un esempio. Noi rivogliamo Battisti nelle carceri italiane, ho detto che andrò fino alla Corte Internazionale dell'Aia se necessario. Abbiamo assistito a una decisione politica: una pessima fine del mandato di un grande Presidente del Brasile. Ignazio Lula Da Silva ha finito nel peggiore dei modi". Secondo il titolare della Farnesina c'è stata "una grave colpa in questi anni: il presidente Napolitano ha parlato di una mancanza di riflessione profonda della politica su questo periodo tragico, e sono d'accordo perchè in questi ultimi dieci anni ho sentito poche persone, anche della sinistra, dire con chiarezza, quale deve essere l'impegno dell'Italia contro tutte queste forme di criminalità ammantate di terrorismo politico". SANTANCHE': "HA LE MANI SPORCHE DI SANGUE" - Nella stessa trasmissione è intervenuta anche Daniela Santanché, secondo cui "Battisti ha ancora le mani sporche di sangue. Deve pagare il conto con la giustizia perché non voglio abbassare lo sguardo davanti ai parenti delle vittime". Secondo l'esponente del Pdl Giancarlo Lehner, infine, "la logorrea da Colle somiglia ad un'anagogìa fonetica, la sindrome ascensionale scatta, in genere, dal quarto anno di presidenza, con l'eccezione di Scalfaro, reso subito ciarliero dai fondi neri del Sisde".