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Corte spaccata sul legittimo impedimento

Consulta verso mediazione per conformare il provvedimento a Costituzione. Giovedì verdetto definitivo

Giulio Bucchi
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Si è tenuta a Roma l'udienza della Corte Costituzionale sul 'legittimo impedimento'. Al Palazzo della Consulta il presidente Ugo De Siervo, in carica da dicembre, ha aperto una giornata decisiva per l'approvazione o la bocciatura della legge che coinvolge direttamente il premier Silvio Berlusconi (ieri accusato dal Csm) e tre processi a suo carico: Mills, Mediaset e Mediatrade. ù ATTESA FINO A GIOVEDI' - Il verdetto atteso per giovedì prossimo,  in un'apposita camera di consiglio dedicata a questa sola questione, mentre domani la Corte deciderà sull'ammissibilità di sei referendum. Uno di questi, proposto da Italia dei Valori, riguarda la cancellazione totale del legittimo impedimento. Sulla sentenza di eventuale illegittimità peserà ovviamente anche il via libera a questo referendum. IL COLLEGIO - In caso di approvazione della legge Alfano, i procedimenti sarebbero bloccati almeno fino al prossimo ottobre. Il collegio è al plenum di 15 membri: presente, infatti, anche il giudice costituzionale Maria Rita Saulle, arrivata in udienza in sedia a rotelle. Ad aprire le danze il giudice relatore Sabino Cassese, che ha ricordato i tre ricorsi dei giudici di Milano che riguardo alla legge lamentano la violazione dell'art. 138 della Costituzione (necessità di una legge costituzionale) e 3 (irragionevole sproporzione tra diritto di difesa ed esigenze della giurisdizione). Quindi sarà il turno dei legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, quindi gli avvocati dello Stato Michele Dipace e Maurizio Borgo, per conto della Presidenza del Consiglio. LA MEDIAZIONE - Sulla questione di costituzionalità, la Corte è divisa in due fazioni: tra la maggioranza dei giudici favorevoli alla bocciatura completa della legge (che sono otto) e i fautori del rigetto dei tre ricorsi sollevati dalla magistratura di Milano (in questo caso i togati sarebbero sette). Ma la strada più probabile che cercheranno di percorrere le due anime della Corte è quella di una mediazione, così da rendere il legittimo impedimento conforme ai passi della Costituzione con i quali secondo i giudici striderebbe. In questo caso sarà l'Ufficio centrale della Cassazione a decidere se la consultazione referendaria si terrà o meno. Intorno alle 11 di martedì mattina si è chiusa a Palazzo della Consulta l'udienza pubblica davanti ai giudici della Corte   Costituzionale. In difesa della norma sono intervenuti gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo. L'udienza, conclusa dall'intervento del rappresentante dell'Avvocatura dello Stato, si è aperta con l'illustrazione del tema da parte del giudice   costituzionale Sabino Cassese nel ruolo di relatore.

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