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Ritorno tra soul e alcol: Winehouse (ancora) all'ultima spiaggia

Amy di nuovo sul palco in Brasile: solita classe e solite bizze. Il 2011 sarà la prova decisiva. O cambia e risorge oppure affonderà

Leonardo Filomeno
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Una mania. Un vizio. Un cognome. Forse, un destino. Pensi ad Amy Winehouse e pensi alla droga, alla depressione, al divorzio, agli scandali, cose con cui hanno dovuto fare i conti tante celebrità del pop e del rock, magari sin troppo galvanizzate da quella brutta bestia che si chiama successo e che arriva così, di botto. Ma poi il pensiero si sposta subito sull'alcool, che la perseguita, e continua a pesare quanto un macigno, sulla sua carriera.  Sulla cresta dell'onda dal 2003 e forte di due album di gran successo, una marea di premi vinti e una voce straordinaria, che in tanti hanno giustamente paragonato a quella del suo idolo Sarah Vaughan o di Macy Gray, Amy Jade Winehouse, questo il suo nome all'anagrafe, aveva annunciato già due mesi fa che il 2011 sarebbe stato l'anno di un nuovo disco e del ritorno sul palcoscenico: solo date in Brasile, però. E così è stato. L'otto gennaio si è esibita a Florianopolis, nel corso del Summer Soul Festival. Nel frigobar della sua stanza, in un hotel del quartiere Santa Teresa (Rio De Janeiro), lo stesso dove in terrazzo ha fatto di nuovo scandalo indossando un bikini che le lasciava il seno scoperto, non c'era un goccio d'alcool. Non è accaduto per caso, ma su richiesta esplicita dei produttori dei cinque spettacoli della cantante inglese. Che ha ovviato al problema entrando in un'altra stanza e facendo razzia di tutto quello che c'era di alcolico. Quindi sì, per lei è giunto il momento di mettere un po' d'ordine nella sua vita. I concerti e le nuove canzoni, alla fine, possono aspettare. I fan capirebbero, e sarebbero anche più contenti. Certo, è vero che da Back To Black, dove ci ha messo lo zampino quel geniaccio di Mark Ronson, sono passati quattro anni, e dal suo ultimo singolo, Love Is A Losing Game, ne son passati tre. Ma la sua situazione personale non è cambiata di una virgola. Se la Winehouse non è convinta che questa sia la soluzione migliore, allora dovrebbe guardare Robbie Williams. Anche lui ha attraversato un periodo di buio totale. Così ha deciso di fermarsi. Tre anni di stop. Poi il ritorno. Da protagonista e senza pesi sulle spalle. Con il mitico Trevor Horn, per Reality Killed The Video Star. Con un Greatest Hits bello e importante. Con una moglie invidiabile come Ayda Field. E con i suoi amici, i Take That. Amy, come il collega Robbie, dovrebbe prendersi tutto il tempo che le serve per mettere la parola fine ai suoi guai. E vedrà che dopo, quando ascolteremo le sue canzoni o leggeremo delle notizie sul suo conto, finalmente potremo pensare ad una stella che è rinata, e non a quel solito, maledetto bicchiere di troppo. 

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