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Dl sulle intercettazioni

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Ora frena anche Fini

Albina Perri
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Roma - Il tema delle intercettazioni assieme a quello della giustizia sono i più roventi della stagione politica estiva. Ieri Berlusconi aveva rilanciato, sul tema delle intercettazioni, l'ipotesi di procedere per decreto. Oggi il premier e Gianfranco Fini si sono dati appuntamento alla presenza del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Il cavaliere, in un faccia a faccia con il Presidente della Camera, non avrebbe nascosto tutta la propria irritazione per lo scontro in atto sulla giustizia, e avrebbe ribadito la necessità di "andare fino in fondo" sul tema. Fini, dal canto suo, ha cercato di smorzare i toni accessi di Berlusconi invitandolo a ricercare  "la massima concordia possibile fra le Istituzioni" e a evitare ulteriori scontri. Intanto, Walter Veltroni e Pier Ferdinando Casini hanno scritto al presidente della Camera per chiedergli di "salvaguardare il ruolo e la dignità del Parlamento garantendo i tempi e le modalità necessari ad affrontare temi e concrete questioni che riguardano da vicino la vita di milioni di famiglie italiane". Fini ha immediatamente risposto, sottolineando che che i tempi sono stati ampiamente garantiti e sono in linea con quanto accaduto in passato. Il calendario dei lavori di luglio, hanno sottolineato dalla Presidenza, è stato fatto con il massimo sforzo da parte della Presidenza stessa, per adeguare l' efficienza dell'attività dell'Assemblea con il dovere di assicurare spazi e tempi di dibattito previsti dal regolamento. Intanto, l'onorevole Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori appoggia l'appello di Veltroni e Casini e incalza sulla questione giustizia e sulle intercettazioni, lanciando frecciate velenose al premier: “Berlusconi ancora una volta lei fa l'incallito furbacchione. Di fatto, sta utilizzando le istituzioni a proprio uso e consumo, appropriandosi dell'attività legislativa, che è una prerogativa del Parlamento, e sta facendo leggi che servono solo a se stesso”. Di Pietro oggi ha anche duramente attaccato il Presidente della Repubblica Napolitano colpevole, secondo l'ex pm, di aver autorizzato la presentazione alle Camere del disegno di legge in materia di processi penali nei confronti delle alte cariche dello Stato.  Secondo il leader dell'Idv, Berlusconi ha preso per il naso Napolitano,  “ha raggirato il presidente della Repubblica” facendo inserire la norma blocca-processi “da un suo dipendente" in un testo "con cui non c'entra niente”.

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