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Fini tende la mano: "Patto per evitare il voto"

Gianfranco chiama Silvio: "Accordi per non vivacchiare". Cicchitto: "Saggio". Feeling con il Pd

Giulio Bucchi
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Le prove tecniche di distensione tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi passano per... Repubblica. In un'intervista al quotidiano di sinistra, il presidente della Camera tende la mano al governo richiamandosi a larghe intese tra maggioranza e opposizione (in altre parole, Futuro e Libertà e Udc, visto che le avance del Pd al Terzo Polo sono state gentilmente respinte) per scongiurare la fine della legislatura, perché le elezioni anticipate sarebbero "una prospettiva rischiosissima per l'Italia". LA RIPRESA - Quella del voto di fiducia del 14 dicembre scorso, ribadisce il leader Fli, è stata una sua "sconfitta politica". Il guaio, però, è il "senso di repulsione nei confronti della politica, perché il Paese è fermo e sfiduciato", con la "ripresa economica lontana". Dopo la picconata al governo, ecco l'assist: "Se si condivide questo approccio di sano realismo, allora ci possono essere le convergenze per le forze di maggioranza e opposizione". Fini consiglia ai suoi di non ripararsi dietro la logica del "tanto peggio, tanto meglio" e al governo di rifiutare quella del "andiamo avanti, non c'è alternativa". ACCORDI - L'alternativa, invece, c'è, ed è un accordo programmatico su riforme e provvedimenti, un "patto di salvezza nazionale" perché "vivacchiare è negativo per tutti". Un "salto di qualità", insomma: un po' la soluzione proposta nei giorni scorsi dal leader Udc Pierferdinando Casini e ben accolta dal Pdl. E oggi il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto ha elogiato le parole di Fini: "Moderate e di buon senso - ha detto Cicchitto a Omnibus, su La7 -, ha abbandonato i toni faziosi degli ultimi mesi". L'apertura del numero uno dei futuristi, però, non sconfessa la nuova alleanza del Terzo Polo: l'asse con Casini è solido e "Futuro e Libertà e il Polo della nazione non temono le urne". Se si votasse, conferma Fini, "staremmo insieme. Ci sarebbe una competizione con tre soggetti e non con due". IL FEELING CON LA SINISTRA - Le parole di Fini sono piaciute al Partito Democratico. Per Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale del partito di opposizione, "l'analisi che oggi il presidente della Camera ha affidato alla stampa riprende e si avvicina all'analisi che il segretario del Pd fa ormai da tempo. Simile è anche la consapevolezza del rischio che il Paese si troverebbe ad affrontare nel caso in cui andasse ad elezioni anticipate a causa del fallimento di Berlusconi e della ua incapacità di governare". Il feeling tra l'ex missino e la sinistra, insomma, è sempre più evidente, anche se Migliavacca, successivamente cerca di rimarcare una qualche distanza. "Bisogna rilevare tuttavia", prosegue il coordinatore del Pd, "che lo sbocco immaginato da Fini manca di consequenzialità, perché la soluzione non si può trovare coinvolgendo ancora una volta l'autore del disastro". La solita retorica della sinistra, perché ovviamente "l'autore del disastro" sarebbe proprio il Cavaliere. "E' tempo che ognuno si assuma la propria responsabilità", conclude Migliavacca.

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