Mirafiori, parte il voto. Camusso e Fiom isolati
Fiat, il segretario Cgil: "Berlusconi fa solo spettacolo". Ma anche Chiamparino (Pd) sta con Marchionne: "Voterei sì"
Alle 22 di questa sera si apriranno i seggi per i 5.431 dipendenti di Mirafiori: in ballo il referendum che deciderà il volto futuro della Fiat. Col sì, nuove condizioni di lavoro (turni più lunghi, straordinari e sabati lavorativi con retribuzioni extra) e nuovi investimenti da parte dell'azienda. Con il no, sostenuto solo dalla Fiom, il numero uno del Lingotto Sergio Marchionne ha già annunciatà che non ci sarà motivo di continuare ad investire in Italia. Venerdì sera il verdetto, ma intanto il premier Silvio Berlusconi ieri ha rotto il silenzio sulla vicenda schierandosi con Marchionne. Senza indugi. Dalla conferenza congiunta con Angela Merkel a Berlino spiega che se vincesse il "no" al referendum di Mirafiori, "è giusto che Fiat abbandoni l'Italia". IL VOTO - Le urne saranno aperte fino al pomeriggio di venerdì, e in serata si conosceranno i risultati. Gli operai sono chiamati ad esprimersi sul piano che prevede aumenti lordi pari a 3.700 euro l'anno, e che in cambio chiede una variazione nelle turnazioni, che includeranno più turni notturni e più straordinari. Nel mirino della Fiom, l'ala intransigente dei sindacati, ci sono le norme anti-assenteismo che riguardano i permessi malattia e l'abolizione dell pause. SOLITO SHOW - Parole che hanno scatenato le polemiche della sinistra. Oggi il segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha ribadito: "Il presidente del Consiglio fa solo spettacolo e ha abdicato al suo mestiere". La Fiom, isolata, rischia una sconfitta pesante. "Comunque vadano le cose, nella fabbrica ci torneremo", assicura la Camusso. E a chi gli fa osservare come quella di oggi potrebbe essere l'ultima assemblea della Fiom in fabbrica, la leader della Cgil ricorda: "La Fiom esiste da 110 anni di storia. E' una grande organizzazione con migliaia e migliaia di iscritti e non è che può venir cancellata così. Evitiamo di attribuire all'amministratore delegato della Fiat il potere di cancellare la storia e le tradizioni del nostro Paese". BRAVO MARCHIONNE - Da sinistra, però, arrivano sostanzioni consensi all'operato di Marchionne. Questa mattina, dopo un'incontro a Roma con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, anche il sindaco di Torino Sergio Chiamparino (Pd)ha ribadito la sua opinione sul referendum di Mirafiori: "Se vince il 'no' ci sarà una fase di stallo e di stagnazione nel Paese e sarà un segnale negativo per la capacità del Paese di attrarre investimento. Se prevale il 'sì', come io mi auguro, restano aperte molte possibilità, a cominciare dagli investimenti non solo per Torino ma anche per il resto dell'Italia e resta aperta anche la possibilità di dare risposte alla criticità che ci sono in quell'accordo". CREMASCHI DURO - A Chiamparino e Marchionne risponde, a suo modo, il presidente del comitato centrale Fiom Giorgio Cremaschi: "Noi facciamo il sindacato, e vogliamo continuare a farlo, visto che in Italia di padroni e amici dei padroni ce ne sono tanti, da Berlusconi a Marchionne, da Renzi a Chiamparino. Quando si tratta di far votare la gente su un ricatto sono tutti d'accordo".