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"Sentenza accettabile". Poi il Cav smentisce

Legittimo impedimento, Berlusconi non rilascia dichiarazioni ufficiali. Bondi: "Decisione scardina la democrazia". Bocchino e Granata: "Non vogliamo il solito ritornello sulla magistratura". Il Pd esulta / IL VERDETTO / DI' LA TUA

Giulio Bucchi
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"Un compromesso accettabile". Silvio Berlusconi in un primo momento pare commentare con una punta di soddisfazione con i suoi più stretti collaboratori la decisione della Consulta sul legittimo impedimento, che ha di fatto riconsegnato ai giudici le decisioni sui suoi processi. In realtà, il presidente del Consiglio in serata smentisce ogni dichiarazione, rinviando i commenti a questa mattina, quando intorno alle 8.40. sarà ospite del direttore di Libero Maurizio Belpietro a 'La telefonata' su Canale 5. Secondo il verdetto della Consulta, il premier dovrà dimostrare, di volta in volta, l'impossibilità di partecipare alle udienze a causa dei suoi impegni istituzionali. POTERE DELLE TOGHE SPROPORZIONATO? DI' LA TUA "La legge sul legittimo impedimento nel suo impianto generale è stata riconosciuta valida ed efficace. Nell'intervenire su modalità attuative, la Corte Costituzionale sembra avere equivocato la natura e la effettiva portata di una norma posta a maggior tutela del diritto di difesa e soprattutto della possibilità di esercitare serenamente l'attività di governo". E' il commento in una nota ufficiale di Niccolò Ghedini e Piero Longo, onorevoli Pdl e legali di Berlusconi, a pochi minuti dalla sentenza della Consulta.  Secondo Ghedini e Longo, la Corte pare non aver considerato "la oggettiva impossibilità, come dimostrato dagli atti, di ottenere quella leale collaborazione istituzionale già indicata dalla Corte stessa, con una autorità giudiziaria che ha addirittura disconosciuto legittimità di impedimento ad un Consiglio dei ministri". I legali, però, sottolineano come le sentenze "devono essere ovviamente rispettate". Il ministro della Giustizia Angelino Alfano difende la ratio della legge: "La sentenza che conferma il principio che l'esercizio della giurisdizione deve tenere conto della funzione di governo. Vi sono, infatti, casi specifici e tipici in cui chi è chiamato a governare può legittimamente far prevalere gli impegni di governo rispetto al processo cui sarebbe chiamato. Ciò senza estinguere il processo stesso o fare decorrere il tempo della prescrizione". PDL: ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA - "Un attacco all'ordine democratico". Il giudizio più duro al verdetto della Consulta sul legittimo impedimento arriva dal Pdl. Per il coordinatore nazionale e ministro dei Beni Culturali Sandro Bondi "la sentenza scardina i principi della democrazia". "La corte - prosegue Bondi - ha stabilito la superiorità dell'ordine giudiziario rispetto a quello democratico, rimettendo nelle mani di un magistrato la decisione ultima in merito all'esercizio della responsabilità politica e istituzizonale". Sulla stessa linea le posizioni di altri esponenti del Pdl. "Il premier - sottolinea il vice presidente dei deputati Osvaldo Napoli -, per quanto impegnato nella sua veste istituzionale, dovrà impiegare il suo tempo per spiegare perché non ha tempo per essere in Tribunale". Il portavoce Daniele Capezzone rincara: "Fino a quando la sinistra resterà prigioniera dell'illusione e dell'ossessione giudiziaria come scorciatoia per contrastare Berlusconi, sarà destinata alla sconfitta". E per il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini Berlusconi è "oggetto di persecuzione". "E'  una sentenza inutile - attacca Gaetano Quagliariello -, che non si fa carico dello squilibrio che l'ordinamento costituzionale ha ricevuto dalla modifica dell'articolo 68 comma 2, che tanto scompenso ha portato alla politica italiana, trasformando la sacrosanta autonomia del potere giudiziario in irresponsabilità e spesso sopraffazione del potere politico legittimato dalla sovranità del popolo. La democrazia italiana una democrazia a legittimità limitata". La Lega invita a "non strumentalizzare la sentenza". Per Giacomo Stucchi il primo passo del governo sarà "l'approvazione dei decreti attuativi del federalismo fiscale. Sullo sfondo rimane l'unica alternativa possibile ad un eventuale stallo sul federalismo fiscale o le elezioni anticipate". L'OPPOSIZIONE ESULTA - Mentre il Popolo Viola, come annunciato, stappa bottiglie di spumante davanti al Palazzo della Consulta, il Pd esulta. "A saltare - commenta Anna Finocchiaro, presidente del gruppo in Senato - è l'impianto complessivo della legge. Cosa succederà sul piano politico ora? Non so, certo mi aspetto dal premier e dai suoi consiglieri qualche reazione sopra le righe". Per il senatore Felice Casson, ex pm, "la Corte costituzionale ha bocciato completamente la linea del governo e dei consigliori del premier". Si allinea, con moderazione, pure il Fli. Fabio Granata e Italo Bocchino invitano in coro a "rispettare la sentenza", auspicando "che adesso non inizi il solito ritornello contro la magistratura". Pieferdinando Casini, leader dell'Udc, ricorda invece che "bocciando gli emendamenti proposti da Vietti e dall'Udc, la maggioranza ha costretto la Corte a intervenire per eliminare le forzature dal testo".

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