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Tunisia, il nuovo governo perde i pezzi. Ancora scontri in strada

Il principale sindacato del Paese ritira tre ministri. Poi lascia anche il titolare del dicastero della Salute

Andrea Tempestini
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Perde subito pezzi il governo di unità nazionale tunisino del premier Mohammed Ghannouchi, che traghetterà il Paese alle prossime elezioni (leggi l'intervista di Maurizio Belpietro al ministro della Difesa, Franco Frattini, sulla situazione in Tunisia). Le strade di Tunisi e di altre città, intanto, sono ancora teatro di proteste e scontri. Sotto accusa le scelte del nuovo premier di dare comunque spazio a diversi esponenti del Rcd, il partito di del presidente destituito Ben Ali. LE DEFEZIONI - Poche ore dobo la creazione del nuovo esecutivo, il principale sindacato del paese, l'Unione per il Lavoro (Uggt), che contava tre uomini nel nuovo governo, ha ritirato i suoi tre ministri. Successivamente si è dimesso anche Mustafa Ben Jaafar, neo ministro della Salute, capo del Forum del Lavoro e Libertà, uno dei tre esponenti dell'opposizione mentre Al Jazira ha smentito le voci riguardo a una dipartita della regista cinematografica Moufida Tatli.   NUOVI SCONTRI - Poco prima la polizia aveva disperso nel centro di Tunisi un corteo con molti esponenti dei sindacati e con in testa un personaggio di spicco del movimento islamista Ennahdha, messo al bando dal vecchio regime: Sadok Chourou, 63 anni, scarcerato lo scorso ottobre dopo 20 anni. Mentre andava in scena la manifestazione, Ennahdha annunciava il boicottaggio delle prossime elezioni presidenziali. "Nessun candidato alla presidenza ma partecipazione alle legislative", questa la posizione del movimento islamista moderato. LE MILIZIE VICINE A BEN ALI - Migliaia di manifestanti si sono riversati per le strade di Tunisi e di altre città del paese prima delle dimissioni dei tre ministri per protestare contro la presenza nel governo ad interim di esponenti del partito dell'ex presidente. In più di una occasione la polizia ha disperso i manifestanti con lanci di lacrimogeni. Nella mattinata di martedì erano arrivate notizie di incidenti causati dalle milizie vicine a Ben Ali e sono stati uditi colpi d'arma da fuoco. Dovrebbe arrivare a Tunisi nelle prossime ore Moncef Marzouki, leader del Cpr, partito della sinistra laica reso illegale sotto il regime di Ben Ali. Marzouki da anni in esilio in Francia, e ieri ha parlato di "farsa" riferendosi alla creazione del nuovo governo.   GHANNOUCHI RESPINGE LE ACCUSE - Ghannouchi intanto ha respinto le critiche all'esecutivo creato ex-novo. Ha affermato che i ministri "hanno le mani pulite" e hanno "sempre agito nell'interesse del Paese". Ha promesso che "tutti coloro" che hanno avuto un ruolo nella repressione della protesta popolare "ne risponderanno davanti alla giustizia".

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