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Affittopoli, vince Libero Milano. Casa vista Duomo? Un euro al dì

Dopo 18 giorni di campagna il Comune rende pubblici tutti gli indirizzi della vergogna / LEGGILI

Andrea Tempestini
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Ha vinto Libero. Dopo 18 giorni di campagna martellante, il Comune di Milano ha finalmente ceduto e pubblicato sul proprio sito internet la lista degli immobili al centro dello scandalo Affittopoli. Quegli immobili, cioè, di pregio e in zone centralissime ma affitati a prezzi stracciati da Palazzo Marino. Una 'bomba' scoppiata nel 2007 e che finalmente diviene di dominio pubblico: 1.200 indirizzi, cui il sito del Comune vede bene però di dare il giusto risalto. Pubblicati sì in homepage, ma il link non è il massimo della visibilità... GUARDA LA LISTA DEGLI IMMOBILI DI AFFITTOPOLI Passano gli anni, ma lo scandalo rimane. Ci sono inquilini che pagano 43 euro al mese in piazza Duomo, 36 al mese in via Dogana, 19 euro al mese per appartamenti dietro la Galleria Vittorio Emanuele. Abitazioni, certo, ma anche uffici, associazioni e negozi. Un esercito di privilegi reclutato grazie a decenni di cattiva gestione del patrimonio immobiliare del Comune. Volete una casa con vista su piazza Duomo? Se vi rivolgete alle agenzie, sarete costretti a sganciare cinque, dieci o cinquanta volte quello che Palazzo Marino chiede a chi risiede (legalmente) negli alloggi di sua proprietà. L'elenco pubblicato ieri su ordine del sindaco è la radiografia - parziale - di un fallimento politico e amministrativo: l'avvicendarsi delle giunte, infatti, non è riuscito a frenare la valanga di appartamenti regalati a destra e a manca. Da quando è scoppiato il bubbone, tre anni fa, il Comune ha avviato una quarantina di procedimenti di sfratto; in Galleria, ripete l'assessore alla Casa Gianni Verga, tutti i contratti in scadenza sono stati rinegoziati a un prezzo più alto. Alcuni palazzi storici della prima puntata della telenovela - come quelli di via Lanzone 47 e via Bagutta 12- sono invece stati messi in vendita.  Il problema è che esistono ancora centinaia di contratti demaniali a prezzi stracciati, proprio nella città dove comprare sul mercato privato è praticamente  impossibile per tutti i milanesi con redditi medio-basso. Il database finito sul web comprende «i contratti relativi al patrimonio abitativo in gestione diretta»: tradotto per i comuni mortali, vuol dire 400 affitti tra abitazioni, uffici e negozi di Palazzo Marino. Poi ci sono i locali utilizzati per «usi diversi»: chioschi, cantine, orti, parcheggi, laboratori, teatri, cascine, chiese. Dall'elenco dell'«operazione trasparenza», al contrario, sono state tolte le case popolari, gli edifici culturali, le caserme e i mercati. Le offerte del Demanio partono dal cuore della città e si estendono a macchia d'olio fino alle periferie più degradate. In piazza Duomo 14, con vista sulle guglie e la statua di Vittorio Emanuele II, un ufficio paga un canone mensile di 693 euro al mese per 102 metri quadri: inutile sottolineare che, a quella cifra, un privato cittadino non affitta nemmeno un'anticamera per la scrivania della segretaria. In piazza Duomo 21, nell'elegante edificio che ospita l'assessorato all'Arredo urbano, ci sono anche una manciata di inquilini: per un alloggio da 92 mq si pagano 43 euro al mese, per un ufficio da 172 mq si pagano soltanto 264 euro ogni mese. In Galleria, nonostante le polemiche e le promesse della giunta, un inquilino paga oggi 829 euro al mese per 132 metri quadri. Un gentile cadeau del Comune, come i canoni di via Dogana 2: qui, dove il Museo del Novecento si sfiora dalle finestre, quattro famiglie sotto sfratto pagano dai 36 ai 54 euro al mese (con metrature comprese tra i 77 e i 112 mq). In via Silvio Pellico 6, si pagano anche 14 euro al mese per 36 metri quadri. Al civico 1, dove proprio ieri Pierferdinando Casini ha annunciato dalla sede regionale Udc l'addio di Verga alla giunta Moratti, qualcuno paga 146 euro al mese per locali da 43 metri quadri. di Massimo Costa

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