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"Dito medio" superstar: da gesto trash a icona mediatica

Per la Cassazione è reato, ma tra Cattelan, Santanchè e spot tv spopola... / DELL'ORTO / VIDEO E FOTO

Privitera Andrea
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In medio stat virtus, ma scordatevi latino e antichi romani perché la virtù ormai non sta più nel mezzo. Sta nel medio, dito medio. Il in medio stat virtus del Duemila è qualcosa di diverso, estremo, aggressivo e un pizzico volgare. È l'esaltazione del (dito) medio come virtù, ritratto di uno stile di vita sempre più oltre. Un gesto che fa fico. Un'opera d'arte e, guarda caso, Maurizio Cattelan, quattro mesi fa, ha ornato Pizza Affari di Milano con una sua scultura in marmo di Carrara alta 4 metri e 60. Il soggetto? Un enorme ditone. Medio, naturalmente. MEDIO-MANIA - Sì, il vaffa a mano è ufficialmente sdoganato (eppure la Cassazione, con la sentenza 26171 del 2010, ha stabilito che è reato) e ormai - un po' come la cocaina - se lo può permettere chiunque (il gruppo “Dito medio” su Facebook piace a 10.908 persone!), muratore e politico, adulto o bambino (in rete da tempo circola la fotografia di un piccolissimo tifoso di calcio olandese che mette in mostra il suo medio cicciottello verso i tifosi avversari), calciatore e attrice, zoccola ed escort: sesso, religione, conto in banca  e titolo di studio non fanno la differenza, no. Bastano determinazione e sicurezza. Eppoi, tiè, falange-falangina-falangetta tese all'infinito e grande goduria, con la stessa naturalezza con cui il povero vecchio Fonzie, un tempo, ci aveva insegnato a fare il ben più educativo e politicamente corretto heiiii. DA MELITA A DANIELA - L'ultimo medio che prova ad attirare la nostra attenzione (ma l'occhio arrapato dell'uomo cascherebbe, comunque, volentieri altrove) è affusolato e ben curato, smaltato di nero. Lei è Melita Toniolo, 24 anni e una quarta di seno (91-61-89), showgirl  e conduttrice televisiva ed ex Grande Fratellina. Nella pubblicità fotografica di gioielli in cui posa per la prossima festa di San Valentino, Melita è immortalata in un urlo stile Munch, con la differenza che le mani (soprattutto la sinistra) ci trasmettono un messaggio ben differente. Il suo pregevole ditino medio, tanto per capirci, è ben dritto e minaccioso e dedicato - come c'è scritto poco sotto - “A chi non ci ama”. Chi ama particolarmente il gesto da in medio stat virtus, invece, è Daniela Santanchè, che si è esibita - con eleganza - nell'esercizio pubblico già due volte. La prima nel 2005, contro gli studenti che protestavano davanti a Montecitorio; la seconda pochi giorni fa, quando in collegamento con Mentana, su La7, ha alzato l'agile articolazione verso Luciana Littizzetto, con la scusa di mostrare un anello (che non aveva). Già, la politica. Al club dell'onorevole dito medio, logico, non poteva non essere iscritto Berlusconi: sei anni fa lo mostrò durante un comizio, anche se solo per raccontare una barzelletta. Molto più serio, invece, è stato Umberto Bossi la scorsa estate. Quando i giornalisti gli hanno chiesto: «Ministro, si va al voto anticipato?». la risposta è stata immediata e diretta. Inconfondibile anche se silenziosa. Taac, medio alzato. Un po' come ha fatto Gasparri, facendosi beccare in tv, lo scorso 14 dicembre nei confronti del presidente della Camera, Gianfranco Fini. GESTACCI ILLUSTRI - Dita e Vip, quanti casi. Se volete altri nomi c'è solo l'imbarazzo della scelta e si va da David Beckham negli Europei del 2000 (contro i propri tifosi che lo criticavano contro il Portogallo) a Fabio Capello ai tempi del Real Madrid (ma che meraviglia quando persino un arbitro ha ceduto alla tentazione: ricordate lo svizzero e internazionale Busacca contro gli ultrà del Berna? Che ridere...), da Vasco Rossi a Morgan, da Eminem a Micky Rourke e via via, si potrebbe andare indietro nel tempo senza fermarsi mai perché il ditone (che, per chi non lo sapesse, indica l'augurio di subire, come dire, una penetrazione poco piacevole là dietro) non l'abbiamo certo inventato noi: pensate, si suppone che risalga ad almeno 2500 anni fa. Il gesto - come ci spiega Wikipedia - viene identificato come digitus impudicus (“dito impudente”) in alcuni antichi scritti Romani e la commedia “Le Nuvole” di Aristofane contiene dei riferimenti ad esso. E allora via, dopo tanti anni mica vi vergognerete proprio voi? Preparatevi, sgranchite falangi, falangine e falangette e oplà, buon digitus impudicus a tutti. di Alessandro Dell'Orto

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