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Napolitano: "Rimango fuori da scontro politico"

Il Capo dello Stato risponde a chi gli chiede di prendere posizione. Poi l'appello: "Superare contrapposizioni". Governo: "Condividiamo"

Andrea Tempestini
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"Non è il mio compito interferire nella dialettica politica". Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha sottolineato quelle che sono le sue competenze e ha risposto a chi vorrebbe che prendesse una posizione nello scontro politico che sta prendendo piede nelle ultime settimane. "ISTITUZIONI PUNTO DI RIFERIMENTO" - "Le istituzioni sono il mio punto di riferimento e lo saranno fino alla fine del mio mandato. Poi c'è la dialettica delle forze politiche e sociali, ma lì non mi compete intervenire", ha spiegato Napolitano, accolto a Palazzo Frizzoni, sede del Comune di Bergamo, dove ha iniziato le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia. Prima di salire nell'aula consiliare, Napolitano si è intrattenuto per alcuni minuti con il presidente della Regione Roberto Formigoni, quello della Provincia Ettore Pirovano e il sindaco di Bergamo Franco Tentorio. "SUPERARE CONTRAPPOSIZIONE" - Napolitano ha poi lanciato un forte appello alle forze politiche, affinché provino a uscire "da una spirale insostenibile di contrapposizioni, arroccamenti, prove di forza da cui può soltanto uscire ostacolato ogni processo di riforma". Anche perché il federalismo e le riforme per attuarlo sono "ormai giunte a buon punto", ricorda il Capo dello Stato: "È stato decisivo", continua, "e resta oggi decisivo un clima di corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale". Dunque un appello ad uscire da una spirale di contrapposizioni e a recuperare nella riforma il senso della solidarietà. PROVINCE - Il Capo dello Stato ha successivamente rivendicato la tutela dell'unità nazionale che, sottolinea, "si esprime nel complesso delle istituzioni: le istituzioni sono il mio solo punto di riferimento". Napolitano, inoltre, ha difeso la validità delle province. Durante il saluto agli amministratori locali nell'aula consiliare della città lombarda ha dichiarato: "Al momento non sono state avviate ipotesi di riforma dell'architettura costituzionale sotto il livello regionale. La provincia in certe parti d'Italia è un'entità reale". IL GOVERNO CONDIVIDE - Da Palazzo Chigi giunge un commento alle parole di Napolitano: "Il Governo - si legge in un comunicato - condivide pienamente l'appello del Capo dello Stato a interrompere 'una spirale insostenibile di contrapposizioni, arroccamenti, prove di forza da cui può soltanto uscire ostacolato ogni processo di riforma', con un riferimento esplicito al federalismo e al carattere 'decisivo di un clima corretto e costruttivo confronto in sede istituzionale'. La nostra condivisione non è di parte ed è esente da ogni strumentalismo. E pensiamo che debba essere quella di tutte le forze parlamentari e politiche responsabili. Questo non toglie nulla alla libertà e alla serietà del conflitto politico, ma restituisce al paese la capacità, offuscata da comportamenti extra o anti istituzionali e da qualche errore di tutte le parti in causa, di tornare alla politica, tornare ai contenuti più impegnativi della politica, quelli che riguardano i cittadini e l'interesse generale. Faremo la nostra parte - conclude la nota - con proposte positive nel prossimo Consiglio dei Ministri".

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