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Pertini umiliato dalla sua Savona: niente via

La città dove crebbe rinuncia a intitolargli una strada. Lo stesso fa Siracusa. Eppure resistono le strade Lenin e Che Guevara / FACCI

Privitera Andrea
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Nessuno è profeta in patria e lo sapevamo, ma una via o una piazza intitolata a Sandro Pertini nell'arco di pochi giorni è stata negata a Siracusa e poi addirittura a Savona, la città dove l'ex presidente crebbe. Forse non c'è da prendersela più di tanto: soppesare con il bilancino il peso effettivo della toponomastica italiana rischia di far dimenticare che i nomi delle vie non sono mai stati scelti con ricerca storiografica, ma con lottizzazione partitica, correttezza politica, ignoranza storica e talvolta storica ignoranza. Ma vediamo i fatti. Il Consiglio comunale di Siracusa ha bocciato l'opportunità di intitolare una strada a Pertini il 25 gennaio scorso: la proposta dedicata «al presidente più amato dagli italiani» era venuta da un consigliere di Sinistra Ecologia Libertà, Ettore Di Giovanni: ma hanno votato a favore solo i rappresentanti del Pd, della Lista Greco e di Futuro e Libertà; tutti gli altri si sono astenuti, il che è corrisposto a un voto contrario. Motivazioni? Ufficialmente nessuna: solo una malcelata indifferenza. In città però è partita una raccolta di firme per ripresentare la proposta in Consiglio comunale. PRECEDENZA A TUTTI - Il caso di Savona è più sofferto, ma anche emblematico. Pochi giorni fa c'è stata l'intitolazione di una piazzetta al partigiano Mario Rossello e dei giardini di via Amendola a Baden Powell, il fondatore dei Boy Scout. Mentre al concittadino Pertini - savonese e partigiano, oltreché capo dello Stato - ancora una volta niente. E dire che in città c'è chi la invoca da anni, come l'apposita Associazione che già cura la casa-museo dell'ex capo dello Stato: «Siamo feriti», ha detto Elisabetta Favetta, la presidente, «per l'ennesima dimenticanza: il Consiglio comunale ha già approvato la titolazione di uno spazio pubblico a Pertini, ma ogni volta viene data la precedenza ad altri. Non sappiamo più cosa pensare». Il centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia, in effetti, poteva sembrare l'occasione buona, ma anche stavolta la risposta informale è rimasta la stessa: Pertini è troppo importante, non possiamo dedicargli una viuzza, epperò cambiare nome a una piazza già esistente creerebbe disagi ai cittadini. Dicono questo. In città però molti ricordano che era stato proposto (e dapprima approvato, sembrava) di intitolare a Pertini i giardini davanti al Priamar, luogo peraltro importante nel vissuto dell'ex presidente socialista. Poi non se n'è fatto più nulla. Segrete antipatie? Qualcuno non perdona a Pertini che fu il primo presidente a incaricare un socialista alla presidenza del Consiglio, certo Bettino Craxi? Illazioni. Intanto però la citata associazione continuerà a presenziare a intitolazioni di piazze e strade in varie parti d'Italia, ma non nella patria Savona. Però, ecco, a Savona non manca l'importante via Stalingrado, che tutti sanno essere stata dedicata, dalle amministrazioni comuniste, meno alla città e più al dittatore che l'edificò. SUPERSTAR ROSSE - Ma è una vecchia questione. Vie Stalingrado ce ne sono tantissime, mentre in un paio di città della Sicilia sopravvivono direttamente delle «vie Stalin» senza che riportino la dicitura «Sanguinario» o «Assassino» o «Massacratore», come pure scriverebbero, chessò, sotto un'ipotetica «via Hitler». Ma di stranezze ce ne sono tante. Di vie dedicate a Nazzareno Strampelli, scienziato che vinse la battaglia del grano e che fece mangiare un intero Paese (a lui si devono le varietà di grano duro usato in gran parte del mondo) in Italia ce ne sono appema 11; dedicate a Giulio Natta, Nobel per la chimica per aver inventato praticamente la prima plastica, il Moplen, ce ne sono 49, neanche pochissime. Ma il signor Lenin, in Italia, ha 76 vie. E non c'è altro da aggiungere. O forse sì. Per esempio che Eisenhower, il presidente degli Stati Uniti che comandò gli Alleati in Europa e che insomma ci liberò, compare in una sola targa, a Montesilvano, in provincia di Pescara. Però un certo Che Guevara ne ha ben 55. di Filippo Facci

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