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Alfano si scalda: "Dimissioni del premier? No"

Caso Ruby, il ministro della Giustizia sulla decisione del Gip: "Non ha tenuto conto del voto della Camera. Berlusconi ha la fiducia del parlamento"

Giulio Bucchi
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Se qualcuno voleva una dimostrazione dell'autonomia della magistratura, è arrivata ancora una volta dalla Procura di Milano. Lo dice, tra le righe, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che commentando la decisione del gip di rinviare a giudizio Silvio Berlusconi sul caso Ruby, ha tirato in ballo il voto sull'autorizzazione a procedere alla Camera. "Il gip non ne ha tenuto conto Evidentemente no". Alfano non ha voluto fare polemica, ricordando come questo sia un tema "che attiene all'autonomia, la sovranità e l'indipendenza del parlamento", sottolineando però come "è ampiamente acclarata l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati e non è certo il governo a intervenire per tutelare l'autonomia e l'indipendenza del parlamento". L'opposizione ha subito chiesto le dimissioni del premier: nessun passo indietro, perché vale la "presunzione di innocenza". "Tutti gli indagati sono colpevoli e devono fare un passo indietro?". ha insistito Alfano. "Il presidente del Consiglio ha un forte mandato conferitogli dagli italiani, un mandato non nato occasionalmente, ma reiterato in almeno tre circostanze nelle più recenti elezioni". Una fiducia ribadita anche dal parlamento, in cui "numerose volte negli ultimi 30-40 giorni è stato ribadito" il sostegno al Governo, con una "netta prevalenza" sull'opposizione "in otto circostanze". Su un eventuale conflitto d'attribuzione fra il parlamento e la magistratura, già sollevato dal capogruppo del Pdl Cicchitto, "io non posso interferire, sono il ministro della Giustizia: questi temi sono prerogativa di ciascun organismo costituzionale".

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