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Lo strano giorno di Piazza Affari. Apre alle 15.30

Subito lo stop: "Problema tecnico". Ma si pensa all'emergenza in Libia. Gli indici chiudono in calo

domenico d'alessandro
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Alle 9 di martedì mattina i trader di Piazza Affari sono rimasti bloccati. Le contrattazioni non sono partite. Borsa Italiana ha riferito che tutti i mercati erano stati sospesi per un problema tecnico. Solo nel primo pomeriggio è stato comunicato che gli scambi sarebbero cominciati alle 15.40. Tra gli operatori c'era preoccupazione dopo la seduta di lunedì, caratterizzata da forti vendite arrivate sulla scia della dilagante emergenza in Libia. L'indice Ftse Mib di Milano aveva registrato la peggiore performance nel Vecchio continente, con uno scivolone pari a 3,6 punti percentuali. A trascinare in basso il listino erano stati i big della finanza italiana legati a doppio filo con la Libia (tra i titoli, quelli di Unicredit, Finmeccanica, Eni ed Impregilo). IL BLOCCO - Tornando al blocco di martedì, Borsa italiana aveva precisato che "gli operatori possono cancellare i propri ordini" e che erano "in corso le operazioni di ripristino dell'informativa Ddmplus (il sistema che gestisce il flusso dei dati in tempo reale e che martedì mattina è stato bloccato da problemi tecnici, ndr) su tutti i mercati". Piazza Affari, per la terza volta in pochi mesi, ha fronteggiato l'inatteso "pit-stop", ma questo ultimo caso ha sollevato i sospetti degli operatori: strana la coincidenza del blocco con il crollo dei mercati fomentato dagli scontri in Libia. LA RIAPERTURA - Nell'apertura pomeridiana, l'indice Ftse Mib arretrava dell'1,71%, sotto quota 22mila punti, mentre l'indice complessivo All Share limava le perdite all'1,6 per cento. L'effetto Libia colpisce ancora, come dimostrano i titoli più esposti del paniere principale: Impregilo scivolava del 3,7%, Finmeccanica del 3,1%, Ansaldo del 2,7%, e Saipem del 2,1 per cento. Critica la situazione di Eni: secondo Quotidiano Energia, il Cane a sei zampe avrebbe già cominciato il progressivo svuotamento del gasdotto Greestream, che porta il gas dalla Libia all'Italia. La decisione sarebbe stata presa per motivi di sciurezza. Tra i titoli fuori dal paniere principale, perde strada anche Juventus (partecipata al 7,5% dal fondo Lybian arab foreign investment company), che alla riapertura perdeva quasi il 2 per cento. Dopo la prima ora di contrattazioni, Piazza Affari riguadagnava strada, dimezzando la perdita (-0,76%). A FINE GIORNATA - Scontata la chisura in calo per la Borsa. Al termine della (breve) giornata di scambi, l'Ftse Mib ha segnato una perdita dell'1,06% a 21.993 punti, mentre l'All Share è arretrato dello 0,97 oer cento. In sole due ore di scambi, però, il volume degli scambi ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro. In netto calo tutti i titoli "con un occhio in Libia": Impregilo arretra del 2,08%, Ansaldo cede il 2,44%, Finmeccanica l'1,35. Eni, nonostante l'annuncio relativo alla sospensione di alcune attività in Libia relative alle forniture di gas attraverso il gasdotto Greenstream, argina il ribasso allo 0,86 per cento.

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