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Milleproroghe, Napolitano frena il governo

"Testo incostituzionale". Capo Stato chiede correzioni. Ma il dl scade domenica. Incontro al Quirinale con Cav e Gianni Letta

Andrea Tempestini
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Il presidente della Repubblica all'attacco del decreto Milleproroghe. Giorgio Napolitano ha scritto una lettera al governo per chiedere delle correzioni al decreto e una maggior collaborazione tra governo e Parlamento. La missiva è stata inviata per conoscenza anche al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e al presidente del Senato, Renato Schifani. Fini ha letto il contenuto della lettera in Aula, che in seguito ha deciso di rinviare a mercoledi mattina alle 9.30 l'esame del decreto. Uscendo da Montecitorio, il leader di Futuro e libertà si è tolto il consueto sfizio di attaccare il governo dichiarando che la lettera di Napolitano "si commenta da sola". IL TESTO DELLA NOTA - Nella lettera, Napolitano ha criticato l'uso della questione di fiducia da parte del Governo, che "realizza un'ulteriore pesante compressione del ruolo del Parlamento". Non solo: "L'inserimento nei decreti di disposizioni non strettamente attinenti ai loro contenuti, eterogenee e spesso privi dei requisiti di straordinaria necessità e urgenza", ha ricordato Napolitano, "elude il vaglio preventivo spettante al Presidente della Repubblica in sede di emanazione dei decreti legge". Dunque l'inquilino del Colle ha dichiarato che "a fronte di casi analoghi, non potrò d'ora in avanti rinunciare ad avvalermi della facoltà di rinvio, anche alla luce dei rimedi che l'ordinamento prevede nell'eventualità della decadenza di un decreto legge". COLLOQUIO AL QUIRINALE - Silvio Berlusconi nel pomeriggio di martedì ha avuto un incontro di una quarantina di minuti con il Presidente della Repubblica. Successivamente si è appreso che al centro del colloquio ci fosse l'emergenza in Libia, ma si è discusso anche delle osservazioni di metodo formulate dal Presidente della Repubblica sul Milleproroghe. In una nota diffusa al termine dell'incontro il Quirinale ha sottolineato: "Il presidente del Consiglio ha convenuto sui rilievi effettuati" da Napolitano "nella lettera oggi inviata a lui e ai Presidenti delle Camere in materia di decretazione d'urgenza". Il premier era salito al Quirinale accompagnato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. In precedenza, il Cavaliere aveva ricevuto a Palazzo Grazioli i capigruppo Pdl e Lega a Camera e Senato. Alla riunione erano presenti anche il Guardasigilli, Angelino Alfano, e i legali del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo. IN AULA - Nella giornata di venerdì, a Montecitorio si è tenuta la seduta dell'Aula che porterà al voto definitivo sul decreto Milleproroghe. Le opposizioni avevano annunciato battaglia dopo che il provvedimento - blindato con la fiducia in Senato - non ha potuto essere discusso nelle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera. Le opposizioni avevano fatto sapere di voler iscrivere tutti i parlamentari a parlare, nel tentativo di far decadere il decreto, in scadenza al termine della settimana (domenica 27 febbraio). Per arginare il blocco imposto dal fiume oratorio, la Camera ha votato in favore dell'interruzione della discussione generale del decreto Milleproroghe. I 'sì' accordati alla proposta mossa dal Pdl sono stati 290, contro i 261 'no'. Secondo le opposizioni, comunque intenzionate a sfruttare tutto il tempo che i regolamenti parlamentari consentono, il voto finale sul provvedimento potrebbe arrivare venerdì o sabato. NAPOLITANO CONTRO TREMONTI - I rilievi di Giorgio Napolitano, arrivati a pochi giorni dal termine per la conversione del decreto legge, mettono a repentaglio una serie di provvedimenti fiscali, tra i quali la possibilità di rateizzare i debiti tributari e la possibilità di sospendere i mutui ipotecari per l'acquisto di abitazioni. I provvedimenti del Milleproroghe riguardano anche la possibilità per le regioni di alzare le tasse in caso di calamità o emergenza rifiuti e incidono sul ricorso al licenziamento di precari e precari impiegati nel settore scolastico. Gli articoli del decreto riguardano anche la social card, la riscossione delle rate non versate dai terremotati dell'Abruzzo, editoria e televisioni locali. Il Milleproroghe - proposto in Italia nel 2005, 2006, 2007 e 2008 - in precedenza non è mai stato rigettato. Se i rilievi mossi da Napolitano si frapporranno alla definitiva conversione del decreto legge, a subire una bocciatura da parte del Quirinale sarebbero in primis le politiche del ministero dell'Economia guidato da Giulio Tremonti. LA PROTEZIONE CIVILE - In precedenza, nella giornata di martedì, la Consulta Nazionale del Volontariato di protezione civile, in una lettera aperta indirizzata proprio al Presidente della Repubblica, aveva espresso "sgomento e preoccupazione", nel dettaglio, per la proposta di modifica della legge istitutiva del sistema di protezione civile contenuta in un emendamento al provvedimento approvato al Senato la scorsa settimana con il voto di fiducia.

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