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Edilizia agevolata a Roma. Sì, ma solo per il Pd

L'inchiesta di L'Ultima parola: nella Capitale il centrosinistra dà il via libera ai costruttori in zona Bufalotta. Le case vanno ai politici / BORGONOVO

Giulio Bucchi
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Qualcuno nota i nomi sui citofoni e comincia a farsi domande: vuoi vedere che qui ci vivono dei politici? Più precisamente, si tratta di  esponenti del Partito democratico di Roma. Abitano nello stesso palazzo, in appartamenti costruiti in edilizia agevolata e dunque venduti a un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato di circa 1300 euro al metro quadro. A raccontare questa storia è un'inchiesta realizzata dal giornalista Vittorio Romano dell'Ultima parola, il programma condotto su Rai2 da Gianluigi Paragone, che ci ha mostrato in anteprima i risultati del suo lavoro.   Tutto accade nella Capitale, zona Bufalotta. In via Gian Maria Volontè 24 sono stati costruiti appartamenti in edilizia agevolata da imprenditori privati, i fratelli Toti. Case a prezzo convenzionato, destinate alle famiglie del ceto medio: prive dei requisiti necessari per ottenere un alloggio popolare, ma non abbastanza ricche per comprare a prezzi di mercato. Secondo il borsino di Tecnocasa, infatti, gli appartamenti in quella zona costano in media 3.800 euro al metro quadro. La società Porta di Roma srl dei Toti, invece, nel 2008 ha venduto gli appartamenti nuovi a soli 2.444 euro al metro quadro. E tra quanti li hanno acquistati ci sono Marco Palumbo, Federica Rampini e Alfredo D'Antimi, consiglieri di centrosinistra del IV Municipio di Roma (Palumbo era assessore). Assieme a loro anche Mirko Coratti - ora vice presidente del Consiglio comunale capitolino - cresciuto politicamente nella stessa zona. Tutti, dicevamo, vivono nel quartiere, in abitazioni acquistate a prezzo agevolato. Attenzione: questo non significa che siano stati commessi reati. Questa storia si accompagna a un'altra vicenda raccontata nell'inchiesta di Vittorio Romano.  Secondo il piano regolatore degli anni Sessanta, Bufalotta doveva essere un'area adibita allo scambio merci. Quando viene eletto sindaco Francesco Rutelli,  diventa un quartiere da 2 milioni e rotti di metri cubi di cemento, un terzo residenziale, un terzo commerciale e un terzo adibito a servizi. Nell'ottobre del 2007, sindaco Walter Veltroni, viene fatta passare in Giunta la delibera 218, la quale dà la possibilità ai costruttori di trasformare terzo di metri cubi di servizi in residenziale. In altre parole scompaiono dalla piantina i servizi e si lascia spazio a migliaia di  nuovi appartamenti.  Alleanza Nazionale parla di «enorme regalo ai costruttori», Verdi e Rifondazione, allora alleati del Pd, si dissociano, i cittadini si organizzano in comitati contro la delibera.  Il 19 dicembre del 2007 la delibera 218 arriva nel IV Municipio. Il centrodestra, i Verdi e Rifondazione la bocciano. L'unico a non schierarsi apertamente contro è il Partito democratico i cui esponenti al momento della votazione escono dall'Aula. Allo stato attuale, la delibera è ancora in attesa di approvazione definitiva.    Due mesi dopo la votazione al IV Municipio, racconta ancora l'inchiesta di Romano, Federica Rampini (consigliere municipale del Pd), versa la prima tranche della caparra per gli 83 metri quadrati   (come risulta da dati catastali) di via Gian Maria Volonté, venduti a 214 mila euro. Cioè a 2.444 euro al metro quadrato, 1356 in meno del prezzo medio di mercato. E chi li vende? La società Porta di Roma srl dei fratelli Toti. Seguono i pagamenti di Marco Palumbo - oggi consigliere provinciale del Pd  - che con 206 mila euro acquista un appartamento da 83 metri quadri al piano terra con due giardini e di Mirko Coratti, che con meno di 180 mila euro acquista un appartamento simile a quello di Palumbo. Alfredo D'antimi, allora consigliere Pd del IV Municipio e oggi iscritto al gruppo Misto, con 205 mila euro acquista una casa da 83 metri quadrati con giardino. Palumbo, Coratti e Rampini, spiega Romano nell'inchiesta,  perfezionano la compravendita lo stesso giorno - il 29 maggio 2009 -  e dallo stesso notaio. Negli atti consultati presso il catasto dal cronista dell'Ultima parola c'è scritto che gli acquirenti non si sono rivolti ad intermediari. Interpellati dal cronista, i diretti interessati rispondono con sicurezza. «Non mi stupisce che persone che fanno politica da anni al IV Municipio riescano ad acquistare una casa in edilizia agevolata come altre 200 famiglie», spiega Federica Rampini, la quale afferma anche di non aver mai parlato con i costruttori. «Non ho comprato 180 metri quadri ai Parioli», replica Mirko Coratti, «ho pagato un appartamento di una cinquantina di metri quadri alla Bufalotta» e aggiunge che lui, alla delibera 218, era  contrario e al momento della votazione nel IV Municipio era in consiglio comunale. «Non so se sia un reato o meno», ha detto  Enrico Pazzi, direttore del sito  Roma2013.org che per primo ha notato i cognomi sui citofoni. «Però i politici che non si sono opposti alla speculazione sul territorio hanno acquistato un appartamento con lo sconto di 1.300 euro al metro quadro mentre chi cerca di accedere all'edilizia agevolata di solito aspetta anni ed ha mille difficoltà». di Francesco Borgonovo

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