Calderoli: altri quattro mesi per il federalismo
Riforma municipale, il ministro chiede di posticipare la messa in atto della nuova legge. Ieri sì alla Camera
Il Governo si regala altri quattro mesi di vita. Il ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, proporrà infatti al Consiglio dei ministri una proroga di 4 mesi della delega della legge 42 che vara il federalismo, approvata ieri sera alla Camera. Il ministro, riferisce una nota, ha avuto un incontro ierii con il presidente Romano e con una delegazione del gruppo dei Popolari d'Italia domani. Al centro dell'incontro, spiega la nota, l'attuazione del federalismo fiscale e i relativi decreti legislativi. A conclusione della riunione, in cui si sono affrontati i temi del federalismo municipale, provinciale e regionale, il ministro Calderoli "fermo restando il rispetto dei tempi stabiliti per l'esame dei decreti legislativi già deliberati dal Consiglio dei ministri, ha assunto l'impegno di proporre al Consiglio dei ministri, dopo l'approvazione definitiva del federalismo regionale e provinciale, un'iniziativa legislativa finalizzata alla proroga di quattro mesi del termine di scadenza della delega prevista dalla Legge 42/2009" IL VOTO - Il Federalismo municipale è stato approvato ieri alla Camera con 314 sì e 291 no e 2 astenuti. L'Aula di Montecitorio ha votato la fiducia che il governo aveva apposto sul provvedimento. Una vittoria dell'asse Berlusconi-Bossi, anche se non larghissima. Sulla maggioranza di nuovo a quota 314 (come il 14 dicembre, voto di fiducia al governo), Silvio Berlusconi si dice tranquillo, anzi "tranquillissimo. Sappiamo che ci sono persone in missione e due sono malati. Se no la maggioranza è di 320". Subito dopo il verdetto dell'Aula, il premier si è infilato nella pochette un fazzoletto verde della Lega, passatogli dal ministro dell'Interno Roberto Maroni. Tutt'intorno, i deputati del Carroccio sventolavano le bandiere delle regioni del Nord con il sole delle Alpi. LE REAZIONI - E' giustamente felice, Umberto Bossi. Lui e la Lega Nord hanno raggiunto il loro primo obiettivo. E subito dopo il voto, però, il ministro per le Riforme sembra quasi trattenere l'esultanza: "E' un giro di mattoni in più, siamo quasi al tetto. Ora abbiamo anche iniziato il federalismo regionale", dice. E a chi gli chiede se si completerà la legislatura, Bossi risponde: "Noi vogliamo completare il federalismo, poi vediamo. Siamo con in piedi per terra". Sul voto della Camera, poi, il leader del Carroccio continua: "Berlusconi è l'unico che ci ha dato i voti, in bicamerale ce ne ha dati 12, l'asse con lui per adesso tiene". E conclude: "Non va messo a repentaglio un risultato acquisito. Se uno accetta di far pace - sottolinea ancora rivolto alle forze di opposizione - vota a favore. Poi può esser che si aprano spazi". LE DICHIARAZIONI PRE-VOTO - Il Movimento per le autonomie di Lombardo non ha partecipato al voto ("Un'astensione nel merito", ha spiegato l'onorevole Carmelo Lo Monte), così come la Svp (causa "apposizione della questione di fiducia", ha precisato il deputato Karl Zeller). Nelle dichiarazioni di voto, il più convinto è stato il capogruppo della Lega Marco Reguzzoni: "E' una riforma storica, rivoluzionaria, che ridurrà gli sprechi e abbasserà le tasse". Duro, invece, Pier Ferdinando Casini (Udc): "Il nostro 'no' è basato sui contenuti e non sui pregiudizi". In realtà, la contestazione maggiore è per la Lega: "Non possiamo politicamente fidarci - ha continuato Casini - di un partito che rifiuta di festeggiare il 17 marzo, 150esimo dell'unità d'Italia con la scusa della crisi economica, salvo pretendere il giorno dopo una festa il 29 maggio per ricordare la battaglia di Legnano". Se l'è presa con il Carroccio anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani: "Cara Lega, non venite a raccontare che reggete Berlusconi per fare il federalismo". Quindi l'ennesima avance: "Noi vi garantiamo che il processo federalista va avanti anche in diverse condizioni politiche. Fermatevi. Se volete andare avanti scambiando il guscio vuoto di questa riforma per la sopravvivenza di Berlusconi andremo a dirlo in tutti i posti. E pagherete il tradimento del federalismo". La risposta della Lega era stata gelida: "Fossi stato la sinistra, avrei votato - ha commentato Umberto Bossi -. Pazienza, la riforma è buona e passa anche senza i loro voti". Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl, ironizza: "Bersani si conferna innamorato della Lega, sempre respinto...".