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I lefebvriani contro il Papa:

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"Errore pregare in moschea"

Silvia Tironi
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Se i rapporti con il rabbinato d'Israele stanno tornando sereni, ora il Vaticano deve guardarsi dall'offensiva dei lefebvriani che oggi hanno criticato Benedetto XVI per la visita alla moschea di Istanbul del novembre 2006. “Se da una parte è possibile dire che questo Papa dal punto di vista liturgico è legato alla tradizione, dal punto di vista dell'ecumenismo è in linea con il Concilio vaticano II. Noi siamo rimasti scandalizzati dalla sua preghiera alla Moschea Blu di Istanbul”: sono le dichiarazioni di don Pierpaolo Petrucci, priore del Priorato di Rimini della Fraternità di San Pio X. Ma non finisce qui. “Riconosciamo il magistero della Chiesa fino al Concilio vaticano II, è quello che abbiamo sempre detto”, ha continuato don Petrucci. “Il Concilio vaticano II del resto - ha aggiunto il sacerdote - è un concilio pastorale e non dogmatico, non ha definito dogmi di fede, la sua è un autorità pastorale, quindi che può essere discussa ed è quanto vogliamo fare”. “Il Vaticano II - ha insistito - è il primo Concilio della storia che mette in discussione tutto ciò che la Chiesa affermava precedentemente”. Il priore riminese ha aggiunto che “la scomunica ci è stata tolta senza che a noi fosse stata posta alcuna condizione, si è trattato di un atto unilaterale. “Abbiamo sempre avuto fiducia nella Chiesa - ha spiegato don Pierpaolo - non è mai stata nostra intenzione costruire una chiesa parallela”. “Il fatto che prima eravamo considerati scismatici e successivamente questo scisma è stato revocato senza che ci fosse chiesta alcuna condizione - afferma il sacerdote della Fraternità - costituisce un riconoscimento implicito” delle nostre idee dopo “che siamo stati messi all'indice ingiustamente”.

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