Libia, Gheddafi strappa Agedabia ai ribelli
L'esercito ora punta Tobruk e Bengasi. Gli insorti chiedono a Clinton e Sarkozy di "eliminare" il Colonnello
Le forze governative di Gheddafi hanno riconquistato la città di Ajdabiya (o Agedabia), ultimo bastione dei ribelli prima di Bengasi. Lo affermano fonti vicine al Colonnello. La città, a circa 200 chilometri a Sud di Bengasi, è stata teatro negli ultimi due giorni di un durissimo scontro tra i militari libici e gli insorti: "Li abbiamo ricacciati indietro, la città è ormai nostra", affermano le fonti 'ufficiali'. I nuovi obiettivi delle forze del Raìs sarà ora Tobruk. A Ajdabiya, comunque, non sono mancati duri colpi all'esercito. Secondo la tv satellitare Al-Jazeera, due caccia guidati dagli insorti avrebbero affondato due navi militari di Gheddafi al largo della città. Se confermata, sarebbe una novità sostanziale dal punto di vista strategico: fino ad oggi, infatti, non si aveva notizia di caccia in mano ai ribelli. GHEDDAFI NON PIU' INTERLOCUTORE - Mentre il Colonnello segna un importante passo avanti nella riconquista del potere, la diplomazia internazionale continua la sua azione di isolamento del Raìs. Per il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini il trattato di amicizia Italia-Libia "sospeso di fatto" non sarà cancellato ma tornerà in vigore con "la Libia del futuro". Un Paese nuovo e senza Gheddafi, che Frattini ha definito "uomo politico che ha perso la sua qualità di interlocutore". Anche dagli Stati Uniti si preme per un cambio di bandiera a Tripoli. A questo proposito, l'influente Washington Post invita il presidente Obama a "mobilitarsi con più decisione", evitando l'attendismo dimostrato con Tunisia ed Egitto. A questi atteggiamenti di impazienza si appella lo stesso Consiglio degli insorti di Bengasi, che ha avrebbe chiesto ai Paesi occidentali di eliminare fisicamente Gaddafi e di lanciare un attacco militare contro le milizie fedeli al Colonnello. E' quanto rivela il portavoce degli insorti, Mustafa Gheriani, citato dal quotidiano britannico Guardian. La richiesta sarebbe stata fatta da una delegazione dei ribelli durante un incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy e il segretario di Stato Usa Hillary Clinton lunedì a Parigi. "Stiamo dicendo all'Occidentre che vogliamo una no-fly zone, attacchi mirati contro i carri armati e i depositi di armi che vengono usate contro di noi e che vogliamo un attacco contro il bunker di Gheddafi", ha detto Gheriani. Alla domanda se il consiglio di Bengasi vuole l'assassinio di Gheddafi, il portavoce ha risposto: "Perché no? Se muore, nessuno verserà una lacrima". NO FLY ZONE - Intanto, non c'e ancora accordo tra i Paesi del G8 sull'imposizione di una 'no fly-zone' in Libia. Anzi, permangono le divisioni dopo che la Francia non è riuscita a convincere i propri partner a seguirla nel premere per l'adozione del provvedimento contro il regime nordafricano. Lo ha ammesso il ministro degli Esteri francese, Alain Juppè, intervistato dall'emittente radiofonica Europe 1 prima della ripresa dei colloqui tra i ministri degli Esteri degli otto Stati membri, in corso da ieri a Parigi. "Finora non ho convinto gli altri", ha riconosciuto Juppè. Le maggiori resistenze sarebbero opposte da Russia e Germania. MINACCE GHEDDAFI - Gheddafi non perde la voglia di attaccare. Intervistato dal Giornale, si è detto "choccato dall'atteggiamento degli Europei. Mi sento tradito da Berlusconi, non so che dirgli. Non ho più alcun rapporto con lui e con il Governo italiano". Poi la minaccia: "Il popolo è dalla mia parte, la gente ci chiede di intervenire dicendo 'liberateci da queste bande armate' - spiega il Colonnello - negoziare con Osama Bin Laden non è possibile. La nostra guerra è contro di loro, ma se gli occidentali si comportano con noi come fanno in Iraq, la Libia uscirà dall'alleanza internazionale contro il terrorismo. Ci alleiamo con Al Qaida e dichiariamo guerra santa".