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Unità, Borghezio: "Finiremo divisi come il Belgio"

Leghista torna a parlare di secessione: "Italiani saranno nostri migliori vicini". Sinistra contesta Berlusconi. Fischi per Napolitano

Andrea Tempestini
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Nella giornata del compleanno dell'Italia non sono mancati però fischi e contestazioni. Il corteo presidenziale è stato bersagliato per la prima volta al Pantheon dove, dopo l'ingresso delle autorità, è stato issato un manifesto che recitava: "Io non festeggio genocidi, la vita è bella". Prima dell'arrivo di Napolitano, inoltre, un contestatore aveva inveito contro l'ex erede al trono, Vittorio Emanuele. BERLUSCONI - Anche il premier, Silvio Berlusconi, è stato bersagliato dai fischi. Mentre accompagnava il Capo dello Stato, in particolare quando è arrivato al Museo della Repubblica Romana, il premier è stato accolto dal coro: "Dimettiti, dimettiti". Il Cavaliere però ha ricevuto anche applausi e cori favorevoli (c'era chi ha intonato il coro "resisti, resisti"). Ai giornalisti, Berlusconi ha dichiarato: "Oggi non rilascio dichiarazioni. Le facciamo fare al Presidente della Repubblica". Però, all'Altare della Patria, poco prima che arrivasse Napolitano, al Cavaliere una dichiarazione è sfuggita: "Vado avanti, rimango per difendermi", ha dichiarato. Quindi, sorridendo ai suoi sostenitori, ha ribadito: "Vado avanti, certo. Non lascio il Paese in mano ai comunisti". Le contestazioni al Cavaliere da parte di militanti della sinistra, però non erano ancora terminate. Nemmeno all'interno della basilica di Santa Maria degli Angeli, subito dopo che il Cavaliere aveva varcato la soglia d'ingresso, sono stati risparmiati gli improperi: sono partiti dei fischi e qualcuno urlava "vergogna". Successivamente, Berlusconi è stato anche applaudito. LEGA NORD - Altro tipo di polemiche, invece, sono arrivate dagli esponenti della Lega Nord. Non è una sorpresa: da tempo è noto che il Carroccio non veda di buon occhio le celebrazioni per il 150°. In prima linea l'europarlamentare Mario Borghezio: "E' fuori luogo buttare via tutti questo soldi", ha ribadito il leghista in collegamento da Bruxelles durante la trasmissione Omnibus. Sui politici che presenziano all'Altare della Patria, ha commentato: "Sarebbe stato meglio che lavorassero". Quindi le previsioni sulla secessione: "Il destino, il vento della storia porterà a due Italie. Il Belgio docet. Il Belgio non è lontano", continua Borghezo. "Le esigenze della storia e dell'economia imporranno due nazioni. Gli italiani saranno i nostri migliori vicini di casa", ha concluso l'europarlamentare.  Borghezio ha anche inviato una lettera al presidente Napolitano, ringraziandolo per l'invito alle celebrazioni romane ma declinando: "Mi ritengo assente giustificato, sto lavorando a Bruxelles". QUI MILANO - Polemiche leghiste, infine, anche in Lombardia, dove il presidente del Consiglio regionale, Davide Boni, alla cerimonia dell'alazabandiera ha tuonato: "Tirar su delle bandiere sul piazzale e prendere la gente che è in fila per visitare il Palazzo della Regione e portarla alla cerimonia diventa un po', molto, Ventennio. Secondo Boni, "oggi in Regione sono venuti in tanti, ma non per la festa. La gente - ha continuato - ha approfittato della festa per venire a vedere il Palazzo della Regione". Per il presidente, infine, per la festa dell'Unità "è importante non stare dentro ai mausolei a fare iniziative retoriche, ma stare in mezzo ai cittadini". TRICOLORE A VARESE - Tra le "stranezze" della giornata, si deve segnalare una bandiera tricolore che è spuntata, a sorpresa, giovedì mattina sul balcone della sede della Lega Nord a Varese, il quartier generale del Carroccio. I locali erano chiusi, ma alcuni militanti hanno sostenuto di non sapere nulla della bandiera, che potrebbe essere stata esposta "a tradimento". Il segretario del partito a Varese, Carlo Piatti, ha poi confermato che la presenza del tricolore non è affatto un'iniziativa del partito: "Noi non abbiamo messo niente", ha spiegato Piatti.

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