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150° Italia, Bossi gela Silvio: "Fischi? E' peggio per lui..."

Il Senatùr polemico con Berlusconi, che mercoledì lo aveva 'ripreso'. Pochi i leghisti alla festa di Roma? "Ma ci sono io..." / LE CELEBRAZIONI

Giulio Bucchi
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E' gelo tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Nel giorno della festa per i 150 anni dell'Unità d'Italia più che le polemiche di Borghezio rischiano di fare rumore le frecciatine che nelle ultime ore si sono mandati di due grandi alleati. Ieri il premier aveva indirettamente ripreso la Lega parlando di un "17 marzo festa di tutti", chiaro riferimento alle contestazioni che il Carroccio ha messo in scena da qualche giorno a questa parte. Oggi a Roma per Berlusconi sono arrivati fischi e contestazioni. E il Senatùr si è preso una piccola rivincita: "Peggio per lui...", ha detto Bossi prima di entrare a Montecitorio, dove si sta celebrando una cerimonia ufficiale. Ai giornalisti che chiedevano al leader della Lega il perché di scelte contestate come l'abbandono da parte dei consiglieri regionali lombardi dell'aula nel momento dell'Inno di Mameli o l'assenza a Roma di esponenti di spicco della Lega, il ministro per le Riforme ha ribattutto secco: "Io ci sono...". A Montecitorio sono rpesenti i ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli, il sottosegretario all'Interno Michelino Davico e Sebastiano Fogliato, componente della commissione Agricoltura di Montecitorio. In Aula, altro siparietto. Bossi non indossa le coccarde tricolori sfoggiate da tanti colleghi e a chi gli chiede perché, la battuta: "Le coccarde le porta Calderoli, io le uso solo a Natale". Infine in Transatlantico il Senatùr incrocia Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, che lo saluta: "Umberto, anche tu qui? Come mai?". Durante l'esecuzione dell'Inno di Mameli, Bossi si è alzato in piedi come tutto il governo.

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