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Fukushima, elettricità nel reattore Tokyo: "Situazione in miglioramento"

Secondo l'ultimo bilancio, vittime sisma oltre 20mila. Tracce radioazioni in cibo e acqua, non ancora dannose

Andrea Tempestini
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Alla centrale di Fukushima la situazione "mostra qualche miglioramento", anche se tutto in un quadro di incertezza. L'annuncio è arrivato da Tesuro Fukuyama, vice capo di gabinetto dell'esecutivo giapponese. Secondo quanto riferito, i tecnici sono riusciti a riportare la corrente in uno dei reattori danneggiati. I LAVORI - Nella zona di maggior pericolo presso la centrale di Fukushima, hanno lavorato trecento ingegneri, proprio dove i reattori sono ancora a rischio. La Tepco, società che gestisce l'impianto, ha riferito che l'elettricità è disponibile nel reattore numero 2, e che si è al lavoro per portarla anche nel numero 1. Il reattore 3, considerato il più pericoloso (contiene plutonio altamente radioattivo) si sarebbe stabilizzato dopo essere stato bersagliato con tonnellate d'acqua sparate dagli idranti. BILANCIO - Secondo le ultime stime, più di 15mila persone hanno perso la vita soltanto in una prefettura, mentre il bilancio finale della tragedia potrebbe scollinare oltre i 20mila morti. La polizia, però, ha riferito di aver trovato due persone ancora vive sotto le macerie nella giornata di domenica. Un vero e proprio miracolo: si tratta di una donna di 80 anni e di un ragazzo di 16. CIBO E ACQUA - Il portavoce Yukio Edano ha confermato che i test eseguti su latte e spinaci nei pressi della centrale e sull'acqua corrente a Tokyo hanno confermato la presenza di tracce radioattive, ma a livelli non ancora dannosi per la salute umana. Tracce di sostanze radioattive sono state riscontrate anche nell'acqua piovana e nelle polveri della grande area metropolitana di Tokyo e in altre otto prefetture. Le analisi effettuate dai ricercatori hanno rilevato la presenza di iodio e cesio radioattivi, ma è stato specificato che si tratta, fino a questo momento, di dosi limitate e non nocive. "Possiamo dire che si tratta di un livello di contaminazione inferiore a un millesimo di quello dei paesi vicini a Chernobyl, quando ci fu l'incidente: quindi non si tratta di dosi che provocano danni alla salute".

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