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Maxitruffa nella Roma-bene: oltre 700 vip raggirati

Accumulati oltre 170 milioni di euro, tra le vittime nobili e attori. Cinque arresti. Solo in 30 'sospettavano' qualcosa

domenico d'alessandro
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Raccoglievano denaro con la promessa che, dopo saggi investimenti, avrebbe garantito un rendimento molto elevato. Con questa assicurazione hanno conquistato la fiducia di numerosi clienti molto benestanti della Roma bene, puntando soprattutto sul passaparola e su carte e documentazione apparentemente impeccabile. Peccato che tutto ciò rientrasse in una enorme truffa che oggi ha portato all'arresto di cinque persone: per tutti, l'accusa è di associazione per delinquere di carattere transnazionale, abusivismo finanziario, truffa, appropriazione indebita e ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza di Consob e Banca d'Italia, per aver accumulato dagli anni Novanta ad oggi almeno 170 milioni di euro. Sono soldi riconducibili ad almeno 700 investitori i cui risparmi sono stati trasferiti all'estero attraverso una complessa rete societaria, posta anche in Paesi off-shore, ed impiegati anche in fondi chiusi alle Bahamas. L'indagine è partita dalla denuncia presentata da una trentina di clienti - gli unici che hanno sospettato qualcosa di irregolare - della succursale italiana della Egp guidata da Gianfranco Lande e Raffaella Raspi, raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere assieme a Giampiero Castellacci de Villanova, Roberto Torreggiani e Andrea Raspi, fratello di Raffaella. NOMI NOTI TRA I TRUFFATI- Molti i vip e i nomi noti al grande pubblico tra i truffati: ci sono la principessa Claudia Ruspoli, i nobili Gloria Halen Von Heuduck, Maria Carla Clavet di Briga, Gianfranco Serraino Fiory, l'attrice Sabina Guzzanti, la soubrette Samantha De Grenet, l'avvocato Titta Madia, il cantante e attore Massimo Ranieri, l'ex calciatore Stefano Desideri, la famiglia Piperno (ramo costruzioni). Non tutti i clienti hanno visto sparire i propri risparmi, pertanto non tutti hanno sporto denuncia: soprattutto nei primi tempi, infatti, il gruppo finito in carcere ha onorato i propri impegni con i clienti. La Egp, stando a quanto accertato dalla Finanza, è attualmente posta in liquidazione coatta amministrativa dal Ministero dell'Economia e delle Finanze per gravi irregolarità e radiata dall'albo francese degli intermediari finanziari nel dicembre scorso. COME AVVENIVA IL RAGGIRO - Gli arrestati, secondo le indagini, avevano proposto ai loro clienti l'adesione allo scudo fiscale obbligandoli così a versare un ulteriore 5%. Dopo aver fornito dati falsi alla Consob, avevano proposto agli investitori la sottoscrizione di obbligazioni emesse dalla Dharma Holding, società lussemburghese, sempre riconducibile alla stessa Egp. La Finanza, su ordine della Procura romana, ha eseguito anche undici perquisizioni presso uffici e abitazioni. Dei 170 milioni di euro, individuati quale provento della truffa, al momento soltanto dodici sono stati posti sotto sequestro dall'autorità giudiziaria. E analogo provvedimento ha riguardato 26 società, più una cinquantina tra immobili, conti correnti e veicoli, sempre riconducibili ai cinque arrestati e ad altrettanti indagati a piede libero. La procura di Roma ha da tempo avviato anche diverse rogatorie all'estero per avere traccia dei risparmi della clientela: molti investitori, infatti, non hanno idea di dove siano finiti i loro soldi.

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