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Sergio pensa americano: Fiat va negli Stati Uniti?

Reuters: Ferrari, verso quotazione. Marchionne sogna Detroit dopo fusione con Chrysler. Ma il Lingotto smentisce: "Si vedrà"

Andrea Tempestini
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Se ne era già parlato, però ora è nero su bianco, almeno in un report della Reuters. Sergio Marchionne pensa a stelle e strisce: l'amministratore delegato del Lingotto, nonostante le recenti rassicurazioni offerte al governo, avrebbe piena intenzione di trasferire il quartier generale di Fiat negli Stati Uniti dopo la fusione tra il Lingotto e Chrysler. L'agenzia Reuters cita fonti vicine al manager italocanadese, e spiega che l'idea di Marchionne sarebbe quella di controllare la maggioranza di Chrysler dopo aver completato, entro la fine del 2011, l'Ipo della società americana. Prima ancora il manager vuole che siano completamente rimborsati i circa 7 miliardi di dollari di prestiti accordati dal governo di Washington a Chrysler. Secondo quanto riferiscono le fonti, inoltre, Sergio Marchionne starebbe pensando di quotare in Borsa la Ferrari, e valuta il marchio circa 7 miliardi di dollari. Nel report della Reuters - che paragona il manager del Lingotto all'Elvis Presley del settore auto - si specifica che il dirigente vorrebbe mantenere a Torino il centro da cui gestire le operazioni europee,  mentre avrebbe intenzione di crearne uno ex-novo in Asia. La sede legale del quartier generale, infine, dovrebbe traslocare proprio negli Stati Uniti, il cui appeal è determinato da un regime fiscale più competitivo. Il report dell'agenzia specifica infine che l'obiettivo di Fiat-Chrysler sarebbe quello di vendere 6,6 milioni di veicoli nel 2014, una volta conclusa l'integrazione. La Reuters non lesina poi un ritratto di Marchionne in chiaroscuro: il manager viene definito "uomo solo" nel gruppo Fiat, all'interno del quale può contare esclusivamente sull'appoggio di Elkann. FIAT SMENTISCE - Nonostante le indiscrezioni, nel pomeriggio di venerdì la Fiat ha precisato che quelle di Reuters sono "informazioni non attuali, come appare chiaro dal fatto che siano state pubblicate all'interno, e senza particolare evidenza, di un lungo report sull'azienda. A nostro avviso ben diverso sarebbe stato infatti il peso dato alla notizia in caso di informazioni fresche ed esclusive". Il Lingotto ha infatti detto che "nulla infatti è cambiato rispetto alle notizie che erano apparse all'inizio di febbraio e che erano state commentate e precisate dall'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne in occasione dell'audizione parlamentare del 15 febbraio scorso", prosegue la dichiarazione di un portavoce della Fiat che ricorda quanto Marchionne disse sull'argomento: "Stiamo lavorando al risanamento di Chrysler, in modo che la Fiat sarà nella posizione per aumentare la propria quota. Al momento la società americana non è quotata, ma speriamo che questo succeda in un prossimo futuro. Quando avremo due entità legali che coesistono, quotate in due mercati diversi, si porrà evidentemente un problema di governance. La scelta sulla sede legale non è ancora stata presa. Sarà condizionata da alcuni elementi di fondo. Il primo è il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali. Il secondo ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto Fabbrica Italia".

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