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Londra scende in piazza per i tagli: scontri e 27 feriti

Migliaia di persone manifestano contro il piano di austerity di Cameron. Anarchici scatenati

Rosa Sirico
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Decine di migliaia di persone sono scese in strada a Londra contro i tagli alla spesa pubblica annunciati dal governo di David Cameron,  in quella che è stata la maggiore protesta convocata nella capitale inglese dalla marcia del 2003 contro la guerra in Iraq.   La manifestazione è cominciata intorno a mezzogiorno nella zona di Victoria Embankment, sul Tamigi, e ha raggiunto Hyde Park, dove sono intervenuti pure il segretario generale della Tuc (la confederazione sindacale britannica, Trade Union Congress), Brendan Barber, ed il leader del Partito Laburista, Ed Miliband. Imponente la presenza dei manifestanti, almeno 250mila secondo gli organizzatori.  La marcia, iniziata in maniera pacifica, è sfociata poi nella violenza a causa di un gruppo di  anarchici e anti-capitalisti che hanno messo in subbuglio il West End. GLI SCONTRI - Il  gruppo si è separato dal plotone principale e ha raggiunto Oxford Street. Da qui, lo scoppio della tensione sfociata in disordinii e atti vandalici,  perpetrati con il volto coperto. Poi, lo scontro con le forze dell'ordine in tenuta anti-sommossa. Alcune vetrine sono state infrante, bottiglie e getti di vernice sono state lanciate contro una filiale della Royal Bank of Scotland,  lampadine riempite con ammoniaca contro la polizia in tenuta anti-sommossa. Sono almeno ventisette i  manifestanti rimasti feriti negli scontri. IL PROGRAMMA DI AUSTERITA' - Alla virata del premier conservatore David Cameron il popolo britannico è sceso in piazza.  I   sindacati hanno organizzato almeno cinquecento  bus per trasportare i  manifestanti nella capitale, ma nel corteo diretto ad Hyde Park ci  sono anche studenti, insegnanti e infermieri che innalzano cartelli  con le scritte "No ai tagli" e "I tagli non sono la cura". Già in gennaio, il governo aveva innalzato l'Iva al 20%  definendo la   misura che fa parte del programma di austerità come "un passo duro ma  necessario" per il risanamento dell'economia. Per i laburisti  all'opposizione invece è stata "la tassa sbagliata nel momento sbagliato".  

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