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Fukushima, parla la madre di un tecnico "Moriranno tutti, sono samurai atomici"

I lavoratori della centrale: "Perderemo la vita". I danni al reattore 4. Al via operazione per recupero 16.500 dispersi

Andrea Tempestini
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Da Fukushima sono arrivate le inquietanti immagini del reattore numero 4 gravemente danneggiato. La portata dell'emergenza nucleare rimane enorme, ma è difficile tratteggiarne con esattezza l'entità. Intanto, i 300 tra tecnici, ingegneri, soldati e vigili del fuoco impegnati nell'impianto che mette paura al mondo, continuano il loro lavoro. Sono convnti, però, di morire per l'esposizione ai pazzeschi livelli radioattivi alla quale sono sottoposti, ma questo non li ferma: continuano a svolgere il loro compito nella speranza di rimediare a una situazione drammatica. Il Giappone li chiama "samurai atomici". "Mio figlio e i suoi colleghi hanno a lungo discusso e si sono impegnati a morire, se necessario, a lungo termine": questa la disperata dichiarazione della mamma di uno del gruppo al quotidiano britannico Telegraph. NAZIONALIZZAZINOE 'TEPCO' - Il governo giapponese ha fatto sapere che assumerà il controllo della Tepco, l'utility che gestisce l'impianto di Fukushima. Lo ha riferito il quotidiano nipponico Mainichi, che ha citato diverse fonti dell'esecutivo secondo le quali, in ogni caso, il governo di Tokyo non acquisterebbe più del 50% della società, la cui valutazione dopo l'incidente è colata a picco: ha perso circa l'80% della sua valore negli ultimi 20 giorni. Fonti della stessa Tepco, però, hanno affermato di non essere al corrente di nessun piano del governo per l'eventuale nazionalizzazione della società elettrica. OPERAZIONE PER RECUPERO DISPERSI - Intanto in tutto il Giappone è partita una maxi-operazione per cercare i dispersi, che sono ancora più di 16.500. In 25mila, tra militari, Esercito giapponese e soldati americani, hanno intrapreso una battuta che durerà giorni. Verranno setacciate le prefetture di Iwate, Miyagi e Fukushima, le più colpite dal terremoto e tsunami dell'11 marzo. Nell'operazione saranno impiegati 120 tra aerei ed elicotteri, oltre a 65 imbarcazioni. Le ricerche si concentreranno lungo le coste, nell'alveo dei fiumi e sull'entroterra sommerso dalla gigantesca onda anomala, fino a una distanza di 18 chilometri dal litorale. Esclusa dalle ricerche soltanto l'area di 'rispetto' istituita dalle autorità in un raggio di 30 chilometri dalla disastrata centrale nucleare di Fukushima 1, per evitare che i 18.000 militari locali e i settemila americani siano esposti alla radiazioni emanate dai reattori del complesso. Dovrebbe invece essere regolarmente ispezionata la cittadina di Iitate, di cui inutilmente ha chiesto l'evacuazione l'Aiea, l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, giacchè vi sono stati rilevali livelli di radioattività tali da richiederne lo sgombero: l'esecutivo nipponico ha infatti rifiutato, almeno per ora, di estendere oltre i 20 chilometri dall'impianto l'area di allontanamento forzato della popolazione, e Iitate sorge a una quarantina di chilometri dalla centrale; a tutt'oggi vi si trovano ancora 3.800 abitanti su un totale di seimila. Si calcola che il disastro di tre settimane fa abbia causato la morte accertata di almeno 11.578 persone. In giornata è atteso un discorso alla Nazione da parte del primo ministro Naoto Kan. SINDACO, DISPERATO APPELLO SU YOUTUBE - Ancora dalla prefettura di Fukushima, è arrivato il disperato appello su YouTube del sindaco di Minamisoma, cittadina tra i 20 e i 30 chilometri dalla centrale. "Siamo abbandonati a noi stessi, rischiamo di morire di fame", spiega il primo cittadino. "Anche i volontari e chi consegna gli aiuti non hanno altra scelta che entrare in città a proprio rischio e pericolo", denuncia Katsunobu Sakurai. Nel video di 11 minuti, sottotitolato in inglese, Sakurai si lancia in un'accusa contro il governo di Tokyo e contro la Tepco. L'uomo imputa ai due soggetti di non fornire sufficienti informazioni. Molti abitanti della zona, racconta il sindaco, "cercano di fuggire con propri mezzi malgrado il pericolo di radiazioni, ma a complicare la situazione non vi sono più mezzi pubblici funzionanti".

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