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L'ultimo desiderio: Leone di San Marco sulla bara. Il prete dice no.

Caso 'diplomatico' in Veneto: il Don vieta la bandiera leghista al funerale di un simpatizzante / ZULIN

Giulio Bucchi
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Anche i preti sbagliano. Sono esseri umani come tutti gli altri e per questo vanno perdonati. Non stiamo parlando di peccati gravi, però che problema c'era se Luigi Sartorelli, leghista, aveva espresso il desiderio di avvolgere la sua bara con la bandiera di San Marco? In fondo non voleva offendere nessuno. Eppure don Renato Mazzuia,  il giorno del funerale del «Gigi», ha deciso di impedirgli il coronamento del desiderio, del suo testamento politico. Il parroco della Chiesa di Santa Maria di   Lourdes, a Mestre, non ha voluto che il vessillo della Serenissima  cingesse il feretro. Perché? I simboli politici devono stare fuori dalla chiesa, avrebbe ordinato il sacerdote a familiari e amici del defunto. Eh no don Mazzuia, non ci siamo: il leone alato - anche se impugna la spada - ha sempre il vangelo vicino. E lì di solito c'è scritto  “Pax tibi Marce, evangelista meus”. Sì, la Lega Nord ha utilizzato la bandiera della Repubblica di San Marco come simbolo della Liga Veneta, ma non dimentichiamo che quel vessillo rappresenta mille anni di storia. Quella bandiera sventolava sulle navi che a Lepanto, il 7 ottobre 1571, fermarono l'invasione degli Ottomani: i veneziani riuscirono nell'impresa, celebrata poi dal Papa con l'istituzione della festa della madonna del Rosario, che cade il 7 ottobre, appunto. In precedenza Venezia era stata protagonista della quarta crociata, arrivando a riconquistare per un breve periodo Costantinopoli. Insomma, il leone giallo oro su sfondo rosso è uno dei simboli per eccellenza della cultura cattolica e cristiana: se il Carroccio ha voluto usare questa bandiera, la storia non cambia. Quindi don Mazzuia, i partiti non c'entrano niente. Per carità, il signor Sartorelli - scomparso a 67 anni per un arresto cardiaco - è stato fondatore e militante storico del Carroccio mestrino, ma allora perché nessuno ha vietato la bandiera dei quattro mori sardi alle esequie del presidente Cossiga? Anche quel simbolo è stato preso a prestito dai movimenti autonomisti sardi, tuttavia nessuno si è permesso di dubitare dell'amore dell'ex capo dello stato per la sua terra, al di là delle idee politiche. Per non parlare dei molti ragazzi che perdono la vita magari in incidenti stradali e che poi hanno la bara avvolta da maglie o sciarpe della squadra del cuore. Ecco, il «Gigi» voleva semplicemente andarsene in pace, come d'altronde è scritto in quella bandiera “Pax...”. «Non tocca a me entrare nel merito dei regolamenti ecclesiastici dietro i quali si è manifestata l'evidente volontà punitiva e ideologica di un uomo di Chiesa, che invece dovrebbe conoscere i fondamenti della pietà cristiana. La sostanza  - commenta il presidente del Veneto, Luca Zaia - è che per alcuni burocrati la bandiera che per milleedieci anni ha difeso e sostenuto il mondo cristiano non può entrare in chiesa. Mi rendo conto della richiesta inusuale, ma mi auguro che le gerarchie trovino i tempi e i modi per dare un segnale a tutti noi che siamo rimasti evangelicamente scandalizzati da tanta arroganza». di Giuliano Zulin

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