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Bologna: blitz Digos. Fermo per 12 anarchici

Misura cautelare per alcuni esponenti del circolo antagonista 'Fuoriluogo'. Volevano colpire "antagonisti" politici e sociali

Rosa Sirico
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Dodici misure cautelari a carico di anarchici: sono state emesse mercoledì mattina dalla Digos e dall'Ucigos di Bologna. Cinque persono sono finite agli arresti, mentre altre sette sono rimaste colpite da provvedimenti di obbligo o divieto di dimora. Misure, queste, emesse in base al ruolo rivestito in seno all'associazione 'Fuoriluogo': misure cautelari in carcere per i promotori del sodalizio e provvedimenti di obbligo o divieto di dimora per i semplici partecipanti. L' INDAGINE - L'operazione "Out Law" è il frutto di un'articolata attività investigativa, svolta dalla Digos di Bologna insieme alla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, che ha acquisito elementi di responsabilità penale da parte dei militanti del circolo anarchico   "Fuoriluogo". Durante le indagini, infatti, è venuto fuori il quadro di un 'organizzazione interessata ad aggredire "antagonisti" politici e sociali come le forze di polizia, i centri di potere economico (banche ed altre aziende), gli esponenti di opposte formazioni politiche (Lega Nord), i simboli di politiche governative avversate (Cie).  IN TUTTA ITALIA - L'operazione della Polizia non riguarda solo Bologna. Sono ben 16 le città italiane coinvolte da controlli. In corso 60 perquisizioni nei confronti di 27 anarchici del "Fuoriluogo" e altri appartenenti ad ambienti anarchici nazionali risultati in collegamento con la compagine bolognese. RAID ENI - E' stato emanato un provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Bologna nei confronti di un esponente anarchico, in relazione all'attentato perpetrato in danno della sede Eni di Bologna il 29 marzo scorso con l'utilizzo di quattro ordigni esplosivo-incendiari. Il fermo è partito da una telefonata, giudicata "molto eloquente" dagli inquirenti tanto da convincerli della presenza del soggetto indagato sul luogo dell'attentato. Da qui il Pm della Procura di Bologna, Morena Plazzi, ha chiesto il fermo per gravi indizi di reato a carico di Francesco Magnani, 24 anni, originario di Ferrara, accusato di essere il responsabile dell'attacco  esplosivo- incendiario. A far ritenere il giovane il presunto colpevole sarebbe anche  l'esame dei tabulati da cui emergono contatti telefonici, avvenuti poco prima dell'attentato, con numerosi soggetti vicini a Magnani. Il   fermo per l'art. 280 bis (atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi) è contestato in concorso con persone rimaste ignote. Il giovane dovrà rispondere anche per il reato di detenzione e   porto di materiale esplodente.

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