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Geronzi lascia Generali. In borsa vola il titolo

Massiccia mozione di sfiducia nei confronti del presidente, che fa un passo indietro. Pressioni anche contro il vice Vincent Bollorè

Andrea Tempestini
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I dissidi in Generali tenevano banco da tempo. Oggi era il giorno dell'attesissimo cda di chiarimento, che era stato chiesto da otto consiglieri. Dalle stanze dei bottoni del Leone di Trieste era trapelata l'indiscrezione sul fatto che sarebbe stata presentata una mozione di sfiducia nei confronti del presidente Cesare Geronzi. Poco dopo è arrivata la notizia: Geronzi si è dimesso. La carica di presidente sarà assunta, probabilmente, ad interim dal vicepresidente Francesco Gaetano Caltagirone. LA SFIDUCIA - Secondo quanto si è appreso il testo con il quale è stata chiesta la sfiducia avrebbe avuto l'adesione di 10 o 11 consiglieri, tra i quali figurano Saverio Vinci e Alberto Nagel, la coppia di Mediobanca che di Generali è il principale azionista, con una quota pari al 14 per cento. Di fronte alla discesa in campo della stragrande maggioranza dei consiglieri, Geronzi ha deciso di fare un passo indietro. Alcune fonti vicine alla società hanno riferito che nel corso del Cda di Generali ci sarebbero state forti pressioni da parte dei consiglieri anche per un passo indietro del vice presidente, Vincent Bollorè. LA NOTA DEL CDA - Assicurazioni Generali comunica che il Presidente Cesare Geronzi, a seguito della situazione venutasi a creare "per contrasti che non lo vedono partecipe nelle Generali, ha ritenuto, dopo pacata riflessione, nel superiore interesse della Compagnia, di rassegnare, oggi, le dimissioni dalla carica ricoperta. Il Consiglio di Amministrazione preso atto con rammarico della decisione di Cesare Geronzi lo ringrazia per l'opera svolta, con dedizione e senso di istituto, sin dall'assunzione dell'incarico e apprezza la particolare sensibilità e l'alto senso di responsabilità dimostrati nel compiere questo gesto che mira a incidere favorevolmente sul clima aziendale". Cesare Geronzi, conclude il comunicato, mantiene la carica di Presidente della Fondazione Assicurazioni Generali. ALTA TENSIONE - Le schermaglie in Generali si trascinano da un paio di mesi, ed incominciarono quando Diego Della Valle attaccò frontalmente Geronzi e Bazoli. Successivamente si erano aggiunte le dichiarazioni del finanziere bretone Vincent Bollorè, che aveva aspramente criticato alcune operazioni del Leone di Trieste. Nel decisivo cda di mercoledì si mirava ad arrivare a una svolta nella gestione del colosso assicurativo. Diego della Valle, al termine del Cda romano, ha preferito dribblare le telecamere e i numerosi giornalisti che gli chiedevano un commento sulla vicenda. MARCEGAGLIA: "NON ME L'ASPETTAVO" - La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha dichiarato: "Non conosco le modalità. Cercheremo di leggere e di capire ma credo che, in questa situazione, la cosa importante sia gestire bene e tutelare la società". Il numero uno di viale dell'Astronomia ha poi sottolineato come "Generali è l'azienda a maggiore capitalizzazione italiana, completamente internazionale. E' importante ora che rimetta al centro dell'attenzione di tutti la valorizzazione e la buona gestione dell'azienda". A chi le ha chiesto se si aspettava le dimissioni, ha rispost: "No, francamente no". TREMONTI: "NO COMMENT" - "Per quanto riguarda una società quotata a Borsa aperta non mi sento di poter dire nulla". Questo l'unico commento rilasciato dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in risposta ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle dimissioni di Geronzi. BORSA - Dopo l'indiscrezione sulle dimissioni di Geronzi, a Piazza Affari i titoli della compagnia hanno preso il volo. Le azioni del gruppo di Trieste guadagnavano il 4,91% a 16,23 euro, con un volume di scambi pari a oltre 8 milioni e 200mila unità. Il titolo ha chiuso la giornata di contrattazioni con un balzo del 3,04% a 15,94 euro.

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