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Libia, Onu: 'Cessate il fuoco a Misurata' Incendiati pozzi nel sud-est: giallo

Cresce offensiva della Nato. Esilio Raìs, Usa ci pensano. Frattini: "Trattiamo". Disperso commando francese

Federica Lazzarini
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Cresce in Libia il livello dell'offensiva della Nato, e le Nazioni Unite chiedono un 'cessate il fuoco' nella città di Misurata per poter soccorrere e portare medicine e rifornimenti ai civili. Il ministro degli Esteri Franco Frattini conferma: "Stiamo trattando per l'esilio di Gheddafi e dei suoi famigliari". Le dichiarazioni sono state rese dopo l'incontro con il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. L'ex deputato statunitense Curt Weldon è arrivato giovedì a Tripoli per colloqui con il Colonnello mirati a risolvere la crisi. L'allontanamento del Raìs appare comunque l'unica soluzione possibile al conflitto. In particolare la situazione si fa drammatica a Misurata e nella zona sud-est del paese, dove sono situati alcuni pozzi petroliferi incendiati dalle forze lealisti. Si è poi appreso che un commando di forze speciali francesi, da giorni, sarebbe disperso nell'area di Al Hamada Al Hamrah. COMMANDO FRANCESE - L'unità, secondo quanto si è appreso, era impegnata in una missione per contrastere il flusso di armi, mercenari e terroristi che alimentano la potenza di fuoco delle forze lealiste: da giorni risulta dispersa in un'area desertica. Secondo quanto riportato dal quotidiano algerino Al Khaber, le autorità di Algeri avrebbero negato a Parigi la possibilità di utilizzare delle basi nel sud del Paese e di attraversare lo spazio aereo. Il commando fa parte di quelli inviati dalle forze della coalizione in supporto degli insorti. INCENDIATI I POZZI - Botta e risposta tra il colonnello Muammar Gheddafi e il Generale Charles Bouchard, comandante dell'operazione Unified Protector, sull'incendio dei pozzi petroliferi di Sari. Nelle scorse ore il Raìs aveva sostenuto che alcuni caccia della coalizione avrebbero attaccato le strutture energetiche del Sud-est della Libia. Immediata è giunta la smentita di Bouchard che ha tuonato: "Gli incendi ai pozzi sono il risultato diretto dell'attacco delle sue forze ai danni della popolazione e delle infrastrutture. La Nato ha monitorato questa zona dall'inizio del conflitto. Siamo consapevoli che le forze regolari hanno, quanto meno, colpito un pozzo sito a Nord di Sarir". MISURATA - La città è ancora sotto assedio e la Nato non può intervenire per l'utilizzo di scudi umani da parte delle truppe lealiste. La coordinatrice per i soccorsi umanitari delle Nazioni Unite, Valerie Amos, ha chiesto un cessate il fuoco per gli aiuti ai civili: "Abbiamo bisogno di un temporanea cessazione delle ostilità nell'area di Misurata, in modo che la popolazione e le loro famiglie possano mettersi fuori pericolo".  Ma il viceministro degli Esteri libico Khaled Kaim indice una conferenza stampa a Tripoli per negare gli attacchi: "E' solo disinformazione, Misurata non è sotto assedio". KAIM: "ATTACCA LA NATO, NON IL GOVERNO" - E' stato costretto ad una conferenza stampa il viceministro degli Esteri libico Khaled Kaim. Parola d'ordine: smentire. Kaim ha iniziato in grande, negando gli attacchi del regime alla città portuale di Misurata: "L'assedio non esiste, è solo disinformazione". SPAGNA - Alcuni ex membri dell'esercito spagnolo, una trentina, tanno addestrando i ribelli libici. Il team era stato inviato nel Paese per recuperare alcuni dipendenti di una società petrolifera durante i primi giorni del conflitto. Successivamente i soldati, questa almeno è la spiegazione ufficiale, hanno deciso "su base volontaria" di rimanere in Libia: fino ad oggi avrebbero contribuito all'addestramento di 200 ribelli. RAID NATO - Crescono di intensità i raid della Nato, che giovedì hanno colpito le forze fedeli Gheddafi a Misurata e Brega, dove per errore sono stati uccisi almeno cinque civili fra cui due ribelli. Il fuoco Nato ha colpito probabilmente anche Tripoli, dove testimoni riferiscono di esplosioni alla periferia est dopo che un aereo ha sorvolato la città. A Brega fonti ospedaliere parlano di cinque persone, fra cui due insorti, caduti sotto il 'fuoco amico' della Nato, mentre riguadagnavano terreno attorno alla città a spese delle truppe del Colonnello. Invece l'attacco su Misurata sarebbe avvenuto dopo che un cannoneggiamento delle truppe di Gheddafi aveva provocato la morte di almeno cinque persone e il ferimento di altre 25.

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