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Immigrati, follia Merkel: 'Malta sta peggio di voi'

ANGELA FUORI DALLA REALTA': ITALIA, SITUAZIONE NON GRAVE Vertice Roma-Parigi, l'accordo c'è ma favorisce soltanto Sarkò. La grana è Schengen, per circolare non bastano i permessi: secondo Berlino "sono irregolari". Napolitano richiama Ue: "Politica coesa"

Giulio Bucchi
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Italia-Francia 1-2. Nel vertice alla prefettura di Milano tra i ministri degli Interni dei due Paesi, Roberto Maroni parte all'attacco e segna subito, ma il collega Claude Gueant incassa con calma e reagisce. Il gol, in questo caso, vale doppio. E così la partita-immigrazione si mette male per il nostro governo, che si trova a fronteggiare anche l'ostlità della Germania: la Merkel di clandestini non le vuole. Nella serata di venerdì il nuovo monito di Napolitano alla Ue: "Serve una politica condivisa". Il nostro esecutivo, nel summit con l'Eliseo, da un lato ottiene il pattugliamento congiunto delle coste tunisine, un buon risultato sul piano della prevenzione dell'immigrazione. Dall'altro però concede a Sarkozy quello che la Francia ha sempre voluto: una lettura restrittiva dei "permessi temporanei", il jolly fin qui giocato da Maroni per risolvere la grana-migranti. I PERMESSI NON BASTANO - Di fatto, tali permessi non basteranno più ai tunisini (e clandestini in genere) per passare oltre Ventimiglia. I prefetti transalpini vorranno anche avere a disposizione documenti d'identità e una sufficiente quantità di denaro. Condizioni difficili da soddisfare per chi ha attraversato il Mediterraneo su un barcone. E così, i clandestini rischieranno nella maggior parte dei casi di restare in Italia, in attesa dell'occasione giusta. Un'ipotesi sulla quale la Germania, ovviamente, pare essere d'accordo. Il gruppo di partito di maggioranza, la Cdu-Csu, ha invitato il governo italiano a "impedire la partenza dei profughi dal proprio territorio". Secondo Angela Merkel, insomma, quella italiana "non è vera emergenza". Inoltre, il portavoce del ministro dell'Interno di Berlino, ha fatto sapere che la Germania considera la decisione dell'Italia di accordare permessi temporanei per motivi umanitari ai tunisini "contraria allo spirito del trattato di Schengen", e che il Bundestag solleverà la questione lunedì alla riunione ministeriale dell'Unione europea che si terrà in Lussemburgo. L'ACCORDO - "Pattugliamenti congiunti per sollecitare la Ue a contrastare l'immigrazione clandestina". Lo annuncia il ministro degli Interni italiano Roberto Maroni all'uscita dal vertice con il collega francese Claude Gueant alla Prefettura di Milano. "Abbiamo concordemente deciso con la Francia - spiega il ministro -un pattugliamento comune sulle coste tunisine per bloccare le partenze". Le iniziative, aggiunge Maroni, rientrano negli "accordi fra Italia e Tunisia che prevedono il pattugliamento congiunto delle coste sia aereo che navale". E il ministro dell'Interno francese Gueant anticipa un punto cruciale: "Con Roberto Maroni abbiamo trovato un accordo sull'interpretazione del trattato di Schengen". Vale a dire, il pomo della discordia sulla questione permessi temporanei. INTERPRETAZIONE GUEANT - "I permessi temporanei di soggiorno rilasciati dal governo italiano aprono la possibilità di libera circolazione, ma nel rispetto dell'articolo 5 di Schengen, che prevede il possesso di risorse finanziarie e documenti- ha sottolineato il ministro francese Gueant -.  Spetta a ogni Paese verificare queste condizioni". RISPOSTA MARONI - "Lunedì prossimo nell'ambito del Consiglio dei ministri dell'Europa chiederemo l'attivazione della direttiva 55 del 2001 che stabilisce forme di protezione internazionale diverse rispetto alla protezione dell'asilo politico". È quanto ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. L'attivazione della procedura consentirebbe ad ogni Stato dell'Unione eventualmente disponibile, di accogliere una quota dei migranti anche dopo il loro ingresso in Italia. "Mi auguro il  consenso e l'iniziativa di tutti i Paesi europei, anche al di là dell'iniziativa di oggi tra Italia e Francia. L'Italia - ha aggiunto Maroni - non può essere lasciata sola a fronteggiare questa situazione". STOP GERMANIA - Pronta è però arrivata la risposta negativa della Germania: non vogliono che i profughi passino le loro frontiere. Il gruppo parlamentare tedesco dei conservatori Cdu-Csu della cancelliera Angela Merkel ha chiesto all'Italia di fermare il previsto flusso di rifugiati africani verso la Germania e la Francia. "L'Italia è obbligata a impedire il proseguimento illegale del viaggio da parte di profughi dall'Africa verso la Germania e la Francia e ad applicare in modo coerente il vigente diritto d'asilo europeo", ha sottolineato il portavoce della Cdu-Csu, Hans-Peter Uhl. Il governo della Merkel, insomma, contesta il permesso di soggiorno temporeaneo, e ha annunciato che solleverà la questione al veritce Ue di lunedì, anche perché, spiegano dal Bundestag, "riteniamo che in Italia la situazione non sia così fuori controllo, contrariamente a quanto accade a Malta". La sostanza è una e una soltanto: continua l'immobilismo europeo e l'Italia rimane, al solito, sola nell'affrontare l'emergenza clandestini. NAPOLITANO ALLA UE: "POLITICA COESA" - Al termine di una giornata convulsa e tesa sul fronte diplomatico, sul tema immigrazione è intervenuto anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato torna a punzecchiare l'Unione Europea: "C'è bisogno di scelte più coese, da molto tempo", ha sottolineato a margine della riunione del Gruppo Arraiolos, rilanciando così la necessità di una politica comunitaria sul tema dei migranti. "Si è fatta fatica a rendere efficaci delle regole comuni in materia sia di immigrazione, sia di asilo, che sono due fenomeni che spesso si confondono ma restano diversi", ha concluso l'inquilino del Colle. Italia e Francia a nervi tesi. "E l''Europa non c'è più". Guarda il video-editoriale di Massimo de' Manzoni su LiberoTv. IERI IL GELO - Tema caldo del vertice erano appunto i "permessi temporanei" applicati dal governo italiano che consentono agli immigrati di passare il confine di Ventimiglia e stabilirsi (per tre mesi) in Francia. In una nota ai prefetti transalpini, il governo di Parigi ha di fatto invitato a respingere i migranti al di qua delle Alpi, provocando la reazione piccata di Maroni intervenuto giovedì sera a Porta a Porta: "Se la Francia non vuole rispettare le regole e proseguire con la politica dei respingimenti, deve uscire da Schengen". Il confronto milanese, anche per queste parole, si profila complicato. "Non c'è bisogno di negoziati - ha aggiunto il capo del Viminale -, le obiezioni della Francia non sono fondate in base alle regole esistenti". Quindi la punzecchiatura politica di Maroni, che doppia quanto dichiarato al Messaggero dal ministro degli Esteri Franco Frattini: "Capisco che ci sono le elezioni in Francia nel 2012 e che Sarkozy ha la concorrenza dell'estrema destra, ma mostrare i muscoli è sbagliato, mettere le truppe sulle frontiere è la cosa più sbagliata". Per poi concludere con un gelido: "Mettere le truppe, come a Risiko, alla frontiera tra noi e la Francia è la cosa più sbagliata".

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