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Napolitano sta con l'Europa: "Niente scherzi"

Immigrati, il Colle tira le orecchie all'Italia: "No a tentazioni separatiste". Anche la Spagna dura: "Permessi sono illegali".

Giulio Bucchi
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L'Europa attacca l'Italia e Napolitano difende l'Europa. L'emergenza immigrazione sta mandando in tilt l'Unione e tra gli esponenti del governo italiano cresce l'insofferenza per la mancanza di solidarietà internazionale. Qualcuno ha anche proposto ritorsioni. A rimetterlo in riga è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha ammonito: "Con l'Europa non si scherza". Vale a dire: basta proteste, si fa quel che decide l'Ue, anche se a rimetterci sarà lo Stivale. Tutto questo mentre il ministro degli Interni Roberto Maroni è volato questa mattina in Lussemburgo per il vertice con i colleghi europei per chiedere maggior solidarietà. MESSAGGIO A FRATTINI - "Il mio animo è per un impegno forte dell'Italia in Europa affinchè il nostro paese continui tenacemente a perseguire una visione comune ed elementi di politica comune anche sul tema dell'immigrazione", ha ribadito Napolitano al rientro dalla missione dipolomatica a Budapest, inviando un messaggio al ministro degli Esteri Franco Frattini. "Tutto questo - ha proseguito il presidente - senza nemmeno prendere in considerazione posizioni di ritorsione o dispetto o addirittura ipotesi di separazione". Di fatto, però, la patata bollente della gestione dei flussi migratori dal Nord Africa rimane nelle mani italiane, con Francia, Germania, Malta e ora anche Spagna che accusano il governo Berlusconi di misure illegittime, a cominciare dai "permessi temporanei" che violerebbero le norme di Schengen. PROVOCAZIONI - Corriere della Sera e Repubblica riferiscono di inviti dal Quirinale a non prendere così alla leggera il rapporto con l'UE e a frenare dichiarazioni troppo accese e prese di posizioni che non tengono pienamente conto della normativa europea. A stizzire il Colle sono state le dichiarazioni degli ultimi giorni di Berlusconi, Maroni e Calderoli, che hanno ipotizzato una possibile separazione dell'Italia dall'Ue, una uscita da Schengen e il ritiro del contingente italiano dal Libano. "Per il capo dello Stato - scrive il Corriere - un conto è criticare una certa 'deriva involutiva' dell'Unione: problema che esiste e che ha ripetutamente denunciato nei fori internazionali, così come non gli sfuggono certe 'illusioni di autosufficienza' emerse ad esempio da recenti scelte del presidente francese Sarkozy o della cancelliera tedesca Merkel. Un altro conto, invece, è sgangherarsi in sortite esasperate, improvvide e senza costrutto".

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