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Fukushima, crisi livello 7. Ora è come Chernobyl

Raggiunto massimo grado emergenza, come in Urss nel 1986. La Tepco: "Forse anche peggio". Nuova scossa: impianto evacuato

Andrea Tempestini
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Il livello dell'emergenza nucleare alla centrale di Fukushima Daiichi è salito da 5 a 8. Tradotto in parole, queste cifre significano che la crisi nell'impianto Giapponese è grave quanto Chernobyl. Forse di più, come ha dovuto ammettere un tecnico della Tepco, la società che gestisce l'impianto. Fukushima è il disastrato impianto che, nel sisma dello scorso 11 marzo, ha subito i danni più gravi: "La perdita radioattiva non si è ancora completamente arrestata", ha ammesso il funzionario Tepco. "La nostra preoccupazione è che possa anche superare Chernobyl". E come se non bastasse una nuova scossa di magnitudo 6,3 è stata registrata alle 7 del mattino ora italiana, con epicentro proprio nella prefettura di Fukushima. L'impianto è stato nuovamente evacuato. Successivamente il premier Kan ha assicurato che "la situazione si sta gradualmente stabilizzando". SISTEMA DI RAFFREDDAMENTO - Il problema che si deve affrontare nella centrale deriva dal sistema di raffreddamento, che a seguito del terremoto dell'11 marzo si è interrotto, facendo lievitare la temperatura all'interno de3i reattori e causando la fuoriuscita di radiazioni. Il tecnico che ha affrontato la stampa ha sottolineato come la quantità di radiazioni che fuoriesce dalla centrale è pari circa al 10% di quelle di Chernobyl, ma che la quantità totale di particelle rilasciate nell'atmosfera dall'inizio della crisi avrebbe raggiunto quantità tali da far schizzare a livello 7 l'emergenza. "CONSEGUENZE AMPIE" - Del 'balzo' in avanti dell'emergenza ha parlato anche l'Aiea di Vienna, che indica come il nuovo ranking significhi un "grave incidente" che ha "conseguenze più ampie" rispetto a quello precedente. Minoru Oogoda, un funzionario della Nisa, ha spiegato che "abbiamo alzato il livello di gravità a 7 perché la fuoriuscita di radiazioni ha avuto impatto nell'atmosfera, nelle verdure, nell'acqua del rubinetto e nell'oceano. Abbiamo evitato di fare dichiarazioni fino a quando non abbiamo avuto dati certi", ha poi aggiunto. Il portavoce della Nisa ha sottolineato infine come a differenza di Chernobyl non ci sono state esplosioni del nocciolo dei reattori dello stabilimento, anche se ci sono state delle deflagrazioni causate dall'idrogeno. KAN: "VERSO STABILIZZAZIONE" - Successivamente il premier giapponese, Naoto Kan, ha cercato di tranquillizzare la popolazione: "La situazione alla centrale di Fukushima si sta gradualmente stabilizzando" e "le radiazioni stanno diminuendo", ha dichiarato. "Passo dopo passo i reattori nell'impianto di Fukushima Daiichi si stanno stabilizzando", ha ribadito in una conferenza stampa. "Il livello di emissione di materiale radiattivo - ha concluso - sta diminuendo". PETRONE: "FUKUSHIMA NON E' CHERNOBYL" -  Dello stesso parere del presidente Kan è l'ambasciatore italiano in Sol Levante, Vincenzo Petrone: Tokyo è tornata a essere una città normale, chi "ha voglia o necessità" di viaggiare in Giappone può farlo regolarmente, eccettuata la fascia di 80 chilometri intorno  alla centrale, e la gravità 7 dell'incidente di Fukushima, equiparato  a quello di Chernobyl, non vuol dire che i danni provocati siano "in   alcun modo paragonabili": nel 1986 la nuvola arrivò a 10 mila metri e  raggiunse tutto il mondo, il mese scorso le due nubi si sono fermate intorno ai 500 metri di quota.

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