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Fukushima, primi risarcimenti per il disastro nucleare

Tepco: 420 milioni di euro per le 48mila famiglie evacuate. Il presidente dell'utility: "Impossibile quantificare danni"

Andrea Tempestini
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Arrivano i primi risarcimenti per il disastro nucleare di Fukushima: la Tepco, il gestore dell'impianto giapponese, verserà circa 50 miliardi di yen, pari a 420 milioni di euro, per gli indennizzi provvisori alle 48mila famiglie che vivevano nel raggio di 30 chilometri dai reattori. Il presidente Masataka Shimizu ha annunciato che ogni nucleo familiare della zona nella quale è stata ordinata l'evacuazione per l'alta radioattività riceverà un milione di yen (pari a 8.200 euro), che saranno 750mila per i single.   "IMPOSSIBILE QUANTIFICARE I DANNI" - Shimizu ha spiegato che è impossibile quantificare il totale dei danni che la sua compagnia dovrà risarcire. La banca Jp Morgan ha già parlato di indennizzi pari a 16 miliardi di euro, ma per Merril Lynch se la crisi si prolungherà nel tempo il conto arrivare anche a 90 miliardi. Anche agricoltori e pescatori dell'area hanno chiesto indennizzi per la perdita delle loro attività in seguito all'alta radioattività sprigionata dalla centrale. Intanto il quotidiano Nikkei ha scritto che per evitare il fallimento della Tepco il governo giapponese intende farsi carico del pagamento dei primi indennizzi attraverso uno speciale fondo assicurativo, per poi farsi rimborsare negli anni con dividendi straordinari. 24 MILIARDI DI DOLLARI - Shimizu ha poi affermato durante una conferenza stampa che saranno necessari 2 trilioni di yen (circa 24 miliardi di dollari) per risolvere i problemi del disastrato impianto nucleare e per ripristinare le centrali elettriche con cui far fronte ai blackout energetici. Ha detto anche che Tepco potrebbe considerare il taglio dei salari ai dirigenti e a parte degli impiegati. Oltre ai primi indennizzi agli abitanti della zona annunciati oggi da governo e Tepco, il Giappone dovrà risarcire anche le perdite nei settori della pesca, dell'allevamento e di altri settori in crisi.

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