Libia, la Nato a corto di bombe. Usa in soccorso?
Il Washington Post: "Munizioni finite". Misurata, Gheddafi usa bombe a grappolo contro civili, governo nega
Le forze alleate in Libia rischiano di restare a corto di bombe di precisione, alimentando i dubbi sulla reale capacità dei Paesi europei di continuare a gestire la missione senza l'aiuto degli Stati Uniti. A lanciare l'allarme è il Washington Post, secondo cui i Paesi impegnati nelle operazioni sotto il comando della Nato avrebbero quasi esaurito le loro scorte di bombe a guida laser - l'arma prescelta per i raid aerei - spingendo gli Stati Uniti a rivalutare un rientro nella campagna libica. Dal canto suo, la Nato ammette che sono necessarie nuove munizioni per sostenere i ritmi di bombardamento. La rivelazione del quotidiano arriva dopo le dure critiche rivolte dai ribelli di Misurata alle forze alleate, accusate di scarsa incisività. "Il motivo per cui ci servono più munizioni - spiega al quotidiano di Washington una fonte anonima dell'Alleanza - non è la nostra incapacità di colpire gli obiettivi. E' perché così potremo continuare a farlo". Dalla fine di marzo, riferisce il Post, le missioni di bombardamento condotte dagli alleati sono circa 800, di cui solo tre avvenute con la partecipazione attiva degli Usa. SCONTRI NELLE CITTA'- Gli scontri tra le forze leali a Gheddafi e gli insorti continuano a mietere vittime a Bengasi, Agedabia e Misurata. E' di sei morti e venti feriti il bilancio di Agedabia, ultima linea di difesa lungo la direttrice che conduce a Bengasi, dove le forze di Gheddafi hanno aperto un fuoco di sbarramento con missili e razzi. Quattro morti e trenta feriti tra le fila degli insorti a Brega, invece. Bombe su Misurata, ultima roccaforte dei ribelli in Tripolitania, dove negli scontri sono rimaste uccise almeno altre tre persone, mentre 25 sono rimaste ferite. Non si placano poi le polemiche sul possibile uso di bombe a grappolo da parte dell'esercito di Gheddafi. Secondo il New York Times, gli ordigni utilizzati dal regime sono di fabbricazione spagnola, anno 2007, un anno prima che venisse firmato il trattato internazionale che ha proibito questo tipo di armamenti. Le forze del Colonnello, però, negano l'impiego: "Non lo abbiamo mai fatto", ha smentito il portavoce del governo Ibrahim Mussa. LA RUSSA: "FATTO ABBASTANZA" - "L'Italia ha fatto molto, che è più di abbastanza,e sta contribuendo,in azioni di solidarietà e umanitarie, ma anche come supporto all'azione militare ad adempiere ciò che l'Onu ci ha chiesto, cioè salvaguardare l'integrità fisica del popolo libico". A dirlo è stato il ministro della Difesa Ignazio La Russa, concordando così con quanto detto venerdì dal premier Silvio Berlusconi.