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L'Europa piega la Francia: Sarkò si prende i tunisini

Ventimiglia, immigrati passano confine coi permessi di soggiorno. Parigi aveva detto no, pressing dell'Ue. Incidenti a Pozzallo

Giulio Bucchi
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Ventimiglia, confine d'Europa. Nella cittadina che divide Italia e Francia si gioca la partita sull'immigrazione: da una parte, governo romano e Unione Europea, dall'altra Parigi. I primi assegnano ai profughi tunisini arrivati a Lampedusa i passaporti temporanei che serviranno loro per lasciare il territorio italiano, ma Sarkozy si prepara a respingere gli immigrati: "Serve il passaporto", è la consegna trasmessa ai prefetti transalpini dall'Eliseo. E pazienza se la Commissione europea abbia avvertito: "Bastano i documenti di viaggio rilasciati dal governo italiano". Il tiraemolla dura qualche ora, quindi i tunisini, una ventina in tutto, vengono controllati due volte dalla polizia francese, a Garavan e a Mentone. Solo due di loro vengono fatti scendere: non avevano il permesso di soggiorno temporaneo. TUTTI IN CODA - La tensione, per ora, è tutta politica. Dalle 9.30 di sabato mattina al Commissariato di Ventimiglia, infatti, è iniziata con ordine e tranquillità la consegna dei primi permessi di soggiorno a scopo umanitario ai profughi. La consegna proseguirà per tutto il giorno e al momento è presente, fuori dalla caserma di via Aprosio un piccolo gruppo di stranieri. Al centro di accoglienza hanno trascorso la notte circa 150 migranti, altri 60 invece hanno dormito in stazione. Ai giornalisti che richiedono interviste o fotografie, gli immigrati rispondono chiedendo da 3 a 5 euro per rilasciare foto con il permesso o per raccontrare la loro storia. Tutto molto tranquillo, dunque, a differenza di quanto accaduto dopo pranzo al centro di accoglienza di Pozzallo (Ragusa), dove gli immigrati hanno aggredito le forze dell'ordine. I REQUISITI - Assieme al permesso di soggiorno, agli immigrati viene rilasciato un titolo di viaggio equivalente al nostro passaporto. E' il pomo della discordia: i francesi non hanno intenzione di riconoscere la validità di quest'ultimo. Quindi il dietrofront. Nelle ultime ore la Commissione europea aveva dato l'ok all'Italia per rilasciare i cosiddetti Aliens travel document (Atd) ai migranti tunisini senza passaporto, invitando i Paesi che aderiscono all'accordo di Schengen a riconoscerli per consentire la libera circolazione agli immigrati "per motivi umanitari". Tali documenti rientrano nei cinque requisiti previsti dall'articolo 5 del regolamento comunitario 562 del 2006 (il Codice della Frontiere): il possesso di passaporto nazionale o un Atd rilasciato da un Paese membro, il possesso "di un visto valido", avere "scopo e mezzi di sussistenza" per il soggiorno, non creare "rischi alla sicurezza pubblica" né essere considerato una "minaccia per l'ordine pubblico". Di fatto, tutti i requisiti sottolineati dalla circolare inviata dal ministro degli Interni francese ai prefetti una settimana fa. Una polemica che, per il momento, pare rientrata.

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