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Formigoni: "Firme false? Questione già chiusa"

Belpietro intervista il governatore della Lombardia: "Riforma giustizia necessaria anche per la crescita economica"

Andrea Tempestini
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Riflettori puntati su Milano per le polemiche sul manifesto anti-magistrati. Ma nel capoluogo lombardo tiene banco anche la questione delle firme contestate per le precedenti elezioni regionali. Il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, ne parla con il diretto interessato, il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. Il colloquio è andato in onda ne La telefonata di Mattino 5. La vogliamo spiegare questa faccenda delle firme? E' vero che si rischiano nuove elezioni per la Regione? Questo non dovrebbe assolutamente accadere. La vicenda è già stata giudicata in diversi gradi dalla magistratura amministrativa. Il Tar ha respinto due volte il ricorso dei radicali, e se ne è poi occupato il Consiglio di Stato, che già si è pronunciato una prima volta, e si pronuncerà in maniera definitiva il prossimo mese di maggio. I radicali hanno sollevato questa accusa, la magistratura che ha esaminato in profondità la questione li ha bocciati più volte, anche clamorosamente, ed ora è tutto regolare: Formigoni e il centrodestra hanno vinto regolarmente le elezioni. Poi però la Procura di Milano ha ritenuto di aprire un'ulteriore inchiesta e sta investigando. Siamo nella fase della ricerca ancora di quale sia la vera verità dal punto di vista della giustizia che deve essere amministrata. A proposito di giustizia, viste le polemiche sui manifesti 'fuori le br dalle procure', che ne dice? Un errore? Uno scivolone di qualche militante? E' un'iniziativa che non condivido assolutamente. Tante voci del Pdl si sono levate per dire che queste scritte sono inaccettabili, inopportune. Poi si è scoperto che l'autore di questa iniziativa aveva ottenuto una candidatura nel nostro partito, ma si è scoperto dopo che le liste erano state presentate. Un'iniziativa scorretta, però il Pdl non ha nessuna responsabilità. Noi non abbiamo mai accusato in questi termini inaccettabili la magistratura. A partire dal premier Berlusconi abbiamo sempre segnalato la presenza di una minoranza di magistrati politicizzati, non abbiamo mai accusato di brigatismo nessuno. Quindi il Pdl non ha responsabilità e respinge ogni tipo di addebito. Ma sul tema della giustizia gli animi sono caldi. Si farà alla fine la riforma? L'Italia ne ha bisogno. La riforma proposta dal Consiglio dei Ministri è moderata e riprende molte proposte precedenti del centrosinistra, addirittura la Bicamerale di D'Alema andava in questa direzione. Io mi auguro che si faccia perché, torno a dire, è una riforma equilibrata, di sistema, che va a voler cambiare anche la Costituzione e quindi a chiedere una maggioranza più alta ed eventualmente il consenso dei cittadini attraverso un referendum. Il funzionamento della giustizia serve anche dal punto di vista della competitività economica. Molte multinazionali verrebbero in Lombardia, ma una delle difficoltà che vediamo è che la giustizia non funziona o funziona con anni di ritardo. Qualcuno ha accusato la Lombardia di avere delle infiltrazioni mafiose e della 'ndrangheta. E' vero? Sì, sono all'attacco di un territorio così produttivo e capace di imprenditorialità, ma noi siamo vittime di questo attacco. Reagiamo in maniera forte, da anni abbiamo questo obiettivo, abbiamo firmato protocolli molto forti con le prefetture e le imprese di costruzione. Le società regionali sono tenute a rispettare un codice etico rigorosissimo. Siamo in combattimento forte contro le mafie che attaccano i nostri cittadini e imprenditori, e che vogliono mettere a repentaglio il dna della nostra gente. Chi invece vuole dipingere la Lombardia come regione mafiosa sbaglia di grosso e abbiamo risposto a tono quando qualcuno ha sollevato questi insulti infamanti, per lui che li rivolgeva a noi. Ma con l'Expo siete in ritardo oppure no? No, proprio il 19 aprile, ieri, abbiamo rpesentato a Parigi il progetto definitivo per quanto riguarda i terreni, ed era una data fissata da tempo, da anni. Anche se la vicenda terreni l'avessimo chiusa sei mesi fa, avremmo dovuto aspettare ieri per presentare queste carte. E' vero, potevamo fare prima. Ma io non sono scandalizzato. Ci sono i tempi. Il tema degli immigrati. Ne arriveranno probabilmente, Maroni lo ha annunciato. La Regione Lombardia che dirà? Altri si stanno già opponendo. Noi abbiamo già ricevuto alcuni di questi immigrati. Siamo stati i primi in Europa a ricevere 25 feriti gravi dalla Libia. Poi sono già arrivati 250 immigrati, sparsi in strutture adeguate nella regione. Lo faremo anche con gli altri, con spirito di collaborazione con il governo che deve gestire questa situazione intricata, ma anche con grande attenzione alla sicurezza dei nostri cittadini. Credo che procederemo senza polemiche, che fino ad ora non ci sono state, consapevoli che bisogna dare una mano in certe situazioni e sperando che altre nazioni, come la Francia, si decidano a fare il loro dovere.

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