Parmalat Adieu, per fermare l'Opa servono 4 miliardi
Parigi ci frega il colosso: la cordata italiana non ha forza per rispondere / SUNSERI / Commento video di ANTONELLI
Sul tavolo 3,375 miliardi di euro per il 71% di Parmalat: Lactalis rompe gli indugi lanciando un'opa totalitaria sul gruppo di Collecchio, di cui è già primo azionista con il 29%. L'offerta dei francesi è di 2,60 euro per azione, con un premio «del 21,3% circa rispetto al prezzo di Borsa delle azioni Parmalat degli ultimi 12 mesi». Complessivamente Lactalis è pronta a mettere sul tavolo 4,7 miliardi tra l'investimento per acquisire le azioni che già possiede e l'Opa annunciata ieri mattina. La cordata italiana, colta totalmente di sorpresa, non è stata in grado reagire. Chiederà un armistizio. Lacto, la scatola che controllerà Parmalat sarà, probabilmente, a maggioranza francese. Intesa, Unicredit, Mediobanca, Bnl, Cdp si divideranno una quota minoritaria con l'unico scopo di garantire un presidio nazionale. Esattamente come accaduto con Telco per bloccare l'avanzata di Telefonica su Telecom. Guarda su LiberoTv il video-commento di Claudio Antonelli, caposervizio di Libero Mercato: "Una sconfitta per l'Italia" L'alternativa, infatti, appare impercorribile. Per superare l'offerta francese sarebbe necessario mettere sul tavolo una fiche da cinque miliardi circa. Una cifra che appare lontanissima dalla disponibilità del blocco messo insieme da Corrado Passera. Complessivamente erano stati raccolti 3 miliardi (metà capitale e metà debito). Una cifra che sarebbe servita a rastrellare il 60% di Parmalat. Lo scopo era quello di mettere Lactalis in minoranza. I francesi, però, mostrando grande sangue freddo e abilità manovriera si sono mossi in anticipo. Mentre ancora a Milano si discuteva hanno lanciato la loro offensiva. Una iniziativa non del tutto inattesa. Sorprende, casomai, per la scelta dei tempi: la decisione di dare l'annuncio nel giorno del vertice italo-francese che ha visti impegnati a Roma Nicolas Sarkozy e Silvio Berlusconi è stata definita "singolare" dallo stesso premier che pure, parlando in conferenza stampa congiunta con il presidente francese, ha escluso che il governo di Parigi potesse esserne a conoscenza. «Non considero quella di Lactalis su Parmalat (che ieri in Borsa ha guadagnato l'8,06%, ndr) come un'opa ostile», ha spiegato Berlusconi, per il quale «l'economia deve essere sempre e comunque libera». «La nostra proposta è quella di unirsi per creare grandi gruppi franco-italiani», è il commento di Sarkozy, che si è detto convinto che sulla vicenda si debba «trovare una soluzione» e che «Lagarde e Tremonti la troveranno». Probabilmente il ministro italiano avrà masticato amaro. Aveva preparato il decreto anti-scalata proprio per favorire il successo della cordata italiana. Ora dovrà trattare le condizioni dell'armistizio all'interno di Lacto. Facile immaginare che il disco verde a Lactalis è legato alla definizione degli altri dossier. Primo fra tutti la nomina di Mario Draghi come presidente della Bce. Sarkozy, ha confermato l'appoggio di Parigi al candidato proposto da Berlusconi. Bisognerà ora vedere quale sarà la reazione della Germania. Sullo sfondo il tema del nucleare per il momento è rimasto bloccato. Tuttavia sembra ormai chiaro che, qualora il programma italiano dovesse ripartire, la tecnologia preferita sarà quella della francese Areva. Un vertice sicuramente molto positivo quello di ieri per Sarkozy. Una conferma che l'influenza del capitale francese sulla finanza italiana è imbattibile. di Nino Sunseri