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Messi è divino pure senza 'mano di Dio', lode a lui. Maradona? 9 1/2

Le pagellone di Cesare Lanza. Leo non ha rivali anche come uomo. La Juve prende 5. Per Allegri un bel 9

Andrea Tempestini
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Scudetto al Milan, si può ancora dubitarne? Se la Snai, voto 8, per la furba intelligenza di questa decisione apparentemente generosa, ha già deciso di pagare, subito, le puntate a chi aveva scommesso sullo squadrone rossonero, qualcosa vorrà dire. Otto punti di vantaggio, anzi nove sull'Inter considerando il vantaggio negli scontri diretti, non sono bruscolini (voto 2, non mi piacciono, e chiedo scusa agli appassionati, a patto che non li mastichino al mio fianco, al cinema). Tecnicamente, sono fiero di aver previsto testardamente, anche nei suoi momenti migliori, che il Napoli, 8 e mezzo comunque per l'ottimo campionato, non avrebbe retto fino alla fine: troppi artigiani, non artisti, nella sua “rosa”. E Mazzarri, 7, non sa ancora stare in panchina guardando alto: non basta, per diventare un leader, sbracciarsi in camicia bianca, prendersela con tutti, i suoi e gli avversari, l'arbitro e gli assistenti, non basta puntualizzare e polemizzare acidamente a fine partita. Uno spettacolo più noioso del matrimonio reale (4) a Londra, ieri in tivu.     L'UOMO DI PROVINCIA Tutto il contrario di Allegri, 9, proveniente dalla provincia e da un ingiusto esonero, uno che si è subito adeguato, con misura, alle infinite difficoltà e ai tanti trabocchetti  del club berlusconiano. Mezzo scudetto è suo: sostenuto dal roccioso Galliani, Allegri ha saputo gestire non solo gli umori a volte destabilizzanti di Berlusconi, ma anche Ronaldinho, 8 per quel che fu, Ibra, 8 e mezzo a prescindere,  Pato, 8 oggi e 10 in prospettiva se la fortuna lo aiuta, Cassano, 7 ma se torna alle cassanate anziché fare il bravo paparino e marinaretto gli darei un voto in più, Seedorf, 8 perché è vincente e dà lucidità alla squadra.  Inoltre Allegri ha recuperato Gattuso, 8 e mezzo perché i campionati si vincono con lottatori come lui, ha valorizzato Abate, 7, e Abbiati, 8, (che secondo il Cavaliere, il giorno della presentazione del Milan a luglio, avrebbe dovuto lasciare il posto ad Amelia, 5, solo perché Amelia è un  bel ragazzo e porta bene la divisa!). Bravo Allegri, dunque: sono felice per lui, ma mi dispiace per i tifosi napoletani, 9 per entusiasmo ed educazione, e per De Laurentiis, 7 per pacatezza e ironia (in tivu gli sentii dire: «Lo scudetto per noi è impossibile, quest'anno lo vuole Berlusconi e non c'è bisogno di aggiungere altro...»). Uno scudetto a Napoli avrebbe significato una scossa per il calcio italiano e un premio a una città spesso denigrata, spesso a ragione, ma anche a torto. Un esempio? L'altro giorno, dopo anni, sono passato dalla stazione, 10, di Napoli, e mi sembrava di essere in Svizzera (4 agli orologi a cucù ma 10 e lode al cioccolato). Una stazione più pulita di quelle di Milano e Roma. Non credevo ai miei occhi: non un mozzicone né una cartaccia per terra! Vero anche - in questa città di meravigliose e tormentose contraddizioni -  che, subito dopo, appena uscito, mi è sembrato di entrare in un girone dantesco, ovviamente infernale, per il caos, il traffico disordinato, la mancanza di regole, il chiasso, il suk perpetuo e le immondizie. Resta aperta la lotta per le sfide europee, cioè per la Champions, che vale 10, mentre l'Europa League vale 4 e con evidenza non interessa a nessuno. Non sono sicuro che il Napoli - che potrebbe accusare, com'è successo all'Inter, lo stress da appagamento per l'impresa sfiorata - salvi il terzo posto. Comunque il quarto posto per l'Europa che conta è in ballottaggio tra Udinese, la mia favorita, la Lazio e la Roma.  Bel finale! L'Udinese, 9 per il campionato iniziato con l'handicap di troppe sconfitte, è quella che gioca meglio,  è stata presa a pallonate solo dagli arbitri. La Lazio,8, è in forma, ma si squaglia negli incontri decisivi. La Roma, 5, è imprevedibile. Totti, 9, ha intanto dettato la linea societaria e strategica agli americani in arrivo... Ne vedremo delle belle. Alla Roma può dare una mano la Juve, 5, che lunedì incontra la Lazio. Alla vigilia mi ha colpito l'antipatica frecciata di John Elkann, 5,  con la quale ha colpito a freddo il Torino. Sono affezionato al Toro e anche per questo, ma non solo, mi è piaciuta la replica vigorosa e sdegnosa di Urbano Cairo, 8: un tipino che non si fa mettere i piedi addosso da nessuno e tiene in vita il Toro dignitosamente, senza le milionate di casa Agnelli. Cairo ha detto, in sintesi, che John non ha autorevolezza per tranciare giudizi sul calcio. Difatti: perché non concentrarsi sulla Fiat, sempre meno italiana nei disegni di Marchionne, uno e trino? (Non  riesco a dare tre voti, è un'impresa troppo ardua: c'è infatti un Marchionne che parla in Italia, un altro che parla in America e infine un terzo, che non parla, ma pensa a se stesso). LA SFIDA STELLARE Quanto alla Champions, la finale - grandiosa - sarà quasi certamente tra Manchester, 8 quest'anno, e Barcellona, 9. Non considero spacciati gli inglesi, però, nello scontro diretto: nonostante le prodezze di Messi, che ha steso anche il Real Madrid. Sono d'accordo con Paolo Rossi, che considera Messi, 10 e lode, ormai superiore a Maradona, 9 e mezzo: nel voto c'è anche la valutazione della diversa dimensione umana. Però gli inglesi hanno una superiore attitudine alla battaglia. Dedico un buon voto anche alle ultime polemiche di Mourinho, 10 al grandioso provocatore, 8 all'allenatore, che così riesce a mascherare le (rare) sconfitte. E il buon Barcellona, incazzato nero, ha abboccato puntualmente. Infine un saluto a Sergio Campana, 8, che lascia dopo 43 anni la sua poltrona di presidente-sindacalista dei calciatori. Ha operato egregiamente, con fermezza  e duttilità. Lo avrei visto bene in politica: ha resistito più di Andreotti (10, e lode, per la capacità di lavoro e auguri per la salute). Se davvero l'Italia è un paese per vecchi, non è mai troppo tardi. di Cesare Lanza

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