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Scommesse: "Più grave posizione dell'Atalanta"

Nuovi interrogatori a Cremona, Parlato e Buffone tirano in ballo il capitano Doni per due partite. La promozione ora è a rischio

Giulio Bucchi
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Trema l'Atalanta. Il sabato di interrogatori a Cremona sullo scandalo-scommesse che ha travolto il calcio rischia di mietere la prima vittima illustre. Secondo gli inquirenti, infatti, emergerebbe una "situazione molto critica" per la squadra nerazzurra, fresca neopromossa in serie A. L'aggravarsi della situazione dell'Atalanta potrebbe derivare dalle dichiarazioni odierne di Gianfranco Parlato e Giorgio Buffone, quest'ultimo direttore sportivo del Ravanna Calcio. Parlato è accusato, tra le altre cose, di avere dato "disposizioni al calciatore Gervasoni" della Cremonese perché intrattenesse rapporti con Cristiano Doni, capitano dell'Atalanta, con riferimento all'incontro Atalanta-Piacenza dell'11 marzo 2011. Buffone, invece, sempre stando al capo di imputazione, "manteneva contatti con Nicola Santoni Nicola" perché contattasse Doni "ai fini della manipolazione della partita Ascoli-Atalanta". Entrambi gli indagati hanno risposto oggi alle domande del gip durante l'interrogatorio di garanzia, dopo l'esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare. "PER AMORE DEL RAVENNA" - Buffone ha spiegato di avere fatto tutto ciò che gli è contestato "solo per amore del Ravenna". Secondo quanto detto da uno dei suoi legali, Alfonso Vaccari, il ds avrebbe cercato si salvare il club dai debiti. "Pensate - ha spiegato il legale - che si tratta di 'combine' che non sono mai riuscite". Nell'interrogatorio Buffone avrebbe dato una "conferma della prospettazione accusatoria riguardo la quale ha fornito le proprie spiegazioni". I suoi legali presenteranno istanza di scarcerazione al gip la prossima settimana. Lunedì, invece, intorno alle 15.30 il gip interrogherà i due giocatori dell'Ascoli sospettati di frode Vittorio Micolucci e Vincenzo Sommese, attualmente agli arresti domiciliari. "C'E' DA VERGOGNARSI" - "Facciamo un lavoro che è talmente una passione e un divertimento che se fosse vero quello che dicono che è successo, dovremmo solo vergognarci". A fare autocritica, rispetto alla categoria dei calciatori, è l'interista Marco Materazzi. Per l'eroe del Mondiale 2006, però, non bisogna parlare di sistema malato. "Secondo me si tratta di casi isolati, io voglio pensare e penso assolutamente che sia così, non è possibile che ci sia un sistema. Rispetto a quello che è accaduto in passato, queste sono cose distinte e separate. Negli anni passati era un sistema dove si truffava, ora sono cose singole fatte da persone che non si meritano la fortuna che il signore ci ha regalato, quella di fare i calciatori. Non so se si possa chiamare ingordigia, forse si tratta di malattia".

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